Kofi Boateng: la guerra contro i poveri fa un altra vittima.

Kofi Boateng era un senzatetto ghanese di 39 anni, che spesso dormiva in prossimità dei giardini davanti all’entrata della stazione di Verona Porta Vescovo. Kofi è stato trovato morto in data 28 Dicembre, verso le ore 20.30, in seguito ad un malore causato dalle condizioni di vita stremanti, dovute in particolare alla stagione fredda. Riportiamo che la panchina sulla quale talvolta dormiva è stata bruciata il giorno dopo: un gesto d’odio di matrice ignota.

Alberto Sperotto segnala che si tratta del quinto senzatetto deceduto dal 2018 a Verona. Data la situazione drammatica, vogliamo innanzitutto ringraziare la Ronda della Carità, i dormitori e tutte le strutture e gli addetti che ogni giorno, nonostante scarsissimi fondi e personale, si occupano di fornire sostegno e conforto alle persone che vivono un profondo stato di emarginazione sociale, costrette a vivere per strada e dunque costantemente esposte a rischi per quanto riguarda la salute psico-fisica e l’incolumità personale.

Sebbene siano morte cinque persone nell’arco di un anno in analoghe circostanze, pare che l’amministrazione cittadina non si preoccupi affatto di quelli che vengono considerati  “cittadini di serie B”. Abbiamo letto svariati commenti sui social: “Kofi poteva starsene a casa sua”, “Kofi poteva andare in un dormitorio”, “Kofi è colpevole della sua miseria”, tutti commenti che attingono ad un frame di destra reazionaria e liberista, intrisa di odio classista verso i poveri. Pare che i leitmotiv fascistoidi dei fantomatici 35 euro al giorno e degli “italiani che mantengono gli immigrati” non siano comparsi; probabilmente la squallida propaganda reazionaria si disinnesca immediatamente di fronte alla cruda realtà.

A questa cultura classista e razzista vogliamo rispondere lanciando un’accusa: le amministrazioni cittadine che si sono susseguite negli anni alla guida della nostra città sono politicamente responsabili per le azioni contro il cosidetto “degrado”, alimentando la paura e il sospetto nei confronti dei più deboli, contribuendo fortemente ad emarginarli e renderli più soli e fragili. Condividiamo l’idea dello striscione apparso, nonostante questo abbia sollevato qualche critica, durante la fiaccolata del 4 Gennaio.

La politica veronese che da una parte taglia pesantemente il welfare e la sicurezza sociale e dall’altra, contemporaneamente, promuove esclusivamente la sicurezza del manganello (come ad esempio il Progetto “Quartieri sicuri”), accompagnata da panchine anti-bivacco e numerose altre tecniche della cosiddetta “architettura ostile”, a nostro avviso è direttamente responsabile. Invitiamo chiunque a digitare su un qualsiasi motore di ricerca le parole “architettura ostile” per apprendere la natura e la composizione delle armi utilizzate dall’amministrazione contro i poveri, vittime dei processi di gentrificazione delle città. Vogliamo qui ricordare anche il caso degli agenti della municipale che sono stati ripresi, sempre a Verona, nel momenti in cui svegliavano a calci dei senzatetto. Ci domandiamo quante volte stato riservato a Kofi il medesimo trattamento e se questo possa averlo spinto a cercare rifugio, anziché nel più sicuro centro storico, nel viale che porta ad una piccola stazione secondaria nel totale isolamento.

Chiediamo quindi, accodandoci alla richiesta avanzata dalla Ronda della Carità, che sia approvata una moratoria per evitare gli allontanamenti da rifugi e luoghi pubblici durante i mesi freddi, in modo tale da garantire un riparo a chi non può avere accesso ai dormitori. Tale disposizione, benché minimamente sufficiente, potrebbe evitare ulteriori decessi causa freddo.

In un orizzonte più ampio occorre prendere coscienza dei processi di gentrificazione, cosa sono e che ripercussioni hanno verso le fasce più povere della popolazione per ridiscutere le implicazioni politiche che si annidano dietro la presunta neutralità delle tecniche di amministrazione.

Anche da questo punto di vista Verona è all’avanguardia, e riteniamo che, ad esempio, l’allontanamento dal centro storico dei senzatetto, (ottenuto con tanto di ordinanza comunale) sia strettamente correlato alla volontà di creare nel cuore di Verona un quartiere vetrina, un Bengodi per i turisti più facoltosi ma spogliato delle sue radici umane e storiche.

Il Piano Folin, presentato dalla Fondazione Cariverona pare rappresentare al meglio tutto questo. Esso prevede infatti il cambio di destinazione d’uso di migliaia e migliaia di metri quadri dei palazzi storici del centro storico di Verona, gli stessi svenduti a suo tempo dall’amministrazione guidata dall’ex sindaco Flavio Tosi.

Il progetto prevede quindi la trasformazione in aree commerciali di alcuni degli edifici che raccontano la storia e la cultura di Verona, arrivando additittura a prevedere hotel di lusso e la creazione di una seconda via dello shopping da affiancare a via Mazzini e nella quale dovrebbero aprire i negozi del lusso.

Le città sono di chi le vive.

RASSEGNE STAMPA, COMUNICATI E MATERIALI DI APPROFONDIMENTO

L’IPOCRISIA DI FEDERICO SBOARINA E GLI INTERESSI MONDANI DI ZENTI

22 dicembre 2019   Logo

 

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In occasione degli auguri natalizi il sindaco Federico Sboarina ha nuovamente dato prova dell’ipocrisia che contraddistingue lui e la sua giunta.

Proprio un comunicato stampa del Comune di Verona ci dà la possibilità di leggere le dichiarazioni del sindaco, che si affanna nell’evidenziare la condivisione valoriale con la Curia veronese, dimenticando che il suo ruolo istituzionale suggerirebbe un approccio sicuramente più laico.

Il vescovo Zenti, da parte sua, oggi alla guida della Curia veronese si è sicuramente distinto, in questi anni, per i suoi interessi terreni più chs di quelli spirituali. Nel 2015, ad esempio, scaturì un polverone dalle sue indicazioni di voto alle elezioni regionali per una candidata leghista, motivando l’azione con le promesse di finanziamenti aggiuntivi alle scuole private cattoliche.

Siccome poi gli affari sono affari, a nulla sono valse, un paio di anni fa, le proteste della cittadinanza che gli chiedeva di mantenere all’interno di Villa Francescatti, di proprietà della Curia veronese, l’Ostello della Gioventù, invece di sottrarla alla cittadinanza destinandone l’utilizzo a qualche cosa di più interno alle strutture ecclesiastiche, ossia un centro della Caritas. Il tutto in barba allo sforzo dei volontari che, in anni passati, avevano rimesso a posto la villa, e ai finanziamenti pubblici che hanno contribuito a restaurarla.

 Del tutto inascoltate anche le proteste per il progetto che la Curia ha in serbo per l’ex Seminario, con la previsione di grandi aree commerciali che tradirebbero il carattere ambientalista del progetto iniziale, che prevedeva invece la costruzione dell’Ecoborgo di San Massimo.

Superando gli interessi materiali condivisi da Curia ed amministrazione, cerchiamo di analizzarne le “condivisioni valoriali” rivendicate dal sindaco a nome della Giunta che presiede.

Innanzitutto, nel virgolettato attribuito al sindaco si può leggere:

Durante questo ultimo anno abbiamo visto accendersi polemiche sterili e pretestuose ogni volta che è stata difesa la famiglia, sostenuta la maternità e contrastato l’uso delle droghe leggere. Siamo stati duramente attaccati, ci hanno persino accusati di essere medievali quando, invece, abbiamo solo dato risalto a tematiche importanti, che sono al centro della nostra società, manifestando quella che è la nostra opinione e posizione senza per questo escludere chi la pensa diversamente. Una visione aperta che Verona ha sempre dimostrato di avere, lasciando a tutti libertà di espressione.

Quando il sindaco parla di “difesa della famiglia” si guarda bene dall’aggiungere l’aggettivo “naturale”, che però compare chiaramente all’interno del suo programma elettorale laddove stà scritto che il suo impegno politico intende difendere la “famiglia naturale”, ossia quello specifico tipo di famiglia formato da madre, padre e figli  basato sul matrimonio. D’altra parte l’esclusività di tale attenzione la si deduce dalle sue stesse parole; il termine “famiglia” viene infatti declinato al singolare e mai al plurale, identificando quindi uno specifico modello familiare

Le accuse di medievalismo alle quali lo stesso sindaco accenna riguardano la concezione integralista del Convegno mondiale delle famiglie, svoltosi a Verona alla fine di marzo del 2018, e al quale sia il sindaco che il vescovo hanno portato il loro saluto. Un coacervo di integralisti, antiabortisti, omofobi ed estremisti di destra che non hanno certo evidenziato grande apertura distribuendo orribili feti di plastica come gadget e promettendo il fuoco degli inferi per sodomiti e adultere…Difficile quindi negare uno stampo medievalista, che potrebbe risultare anche ridicolo se, in realtà, la struttura e gli organizzatori del Convegno mondiale delle famiglie non fosse parte integrante di un ampio progetto internazionale del conservatorismo integralista, come documentato in modo approfondito in due recenti puntate della trasmissione “Report”.

Rispetto al “senza per questo escludere chi la pensa diversamente”, basterebbe tornare allo stesso frammento del programma politico, (già allegato sopra), presentato da Federico Sboarina, dove lo stesso si impegna a ritirare dalle scuole e dalle biblioteche pubbliche i libri “gender”, denominazione inventata dalle destre per identificare una inesistente teoria, la “teoria gender” appunto, inventata per fomentare nei genitori la paura e il sospetto verso persone o movimenti riconducibili ai movimenti lgbt.

Si tratta in fondo della stessa lungimiranza e apertura contenuta nelle mozioni presentate dal leghista integralista cattolico Alberto Zelger. La mozione n°434, approvata il 10.10.2018, consente il finanziamento con soldi pubblici di associazioni antiabortiste, mentre l’Ordine del Giorno n°441, ad esso collegato e non ancora discusso, prevederebbe, a sottolineare evidentemente la libertà di espressione della quele il sindaco sarebbe paladino, la sepoltura dei feti abortiti, anche in assenza del consenso della madre.

Per finire, sempre rispetto alla paventata libertà di espressione sancita dal sindaco come tratto dell’azione politica della sua giunta, riteniamo importante sottolineare il contenuto della mozione n°186, non ancora discussa, ma nemmeo dichiarata inamissibile, dove si chiede, prendendo a pretesto alcuni tafferugli avvenuti a Piacenza, all’amministrazione di vietare spazi, patrocinii, sponsorizzazioni e l’utilizzo delle sale civiche alle realtà della sinistra non istituzionale.

Davanti a tutto questo non possiamo che ribadire la nostra accusa di ipocrisia al sindaco Federico Sboarina, che dietro alle parole paludate nasconde, come purtoppo oggi succede in gran parte d’Italia, azioni e politiche discriminatorie, che contribuiscono solamente ad aumentare odio, livore e paura!

Il Convegno mondiale delle famiglie

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L’assessore Polato e la sua vicinanza all’estrema destra

19 dicembre 2019       Logo

Daniele Polato, i suoi amici e i loro inquietanti saluti

L’assessore alla sicurezza del Comune di Verona è stato recentemente condannato in primo grado per aver autenticato delle firme, rivelatesi poi false, raccolte da Forza Nuova per presentarsi alle ultime elezioni regionali svoltesi in Veneto.

Al di là dell’iter processuale che prevede ancora diversi gradi di giudizio, resta il fatto che Daniele Polato abbia comunque agevolato una formazione nazifascista nel suo intento di entrare nel Consiglio regionale.

Forse qualcuno avrebbe da ridire sull’aggettivo nazifascista, riconoscendolo come esagerato e preferendo un più “sobrio” neofascista.

In realtà ricordiamo bene come il referente di Veneto e Lombardia per Forza Nuova, Luca Castellini, dal palco della Festa della Curva Sud dell’Hellas Verona, nell’estate del 2017, ringraziava pubblicamente per la riuscita dell’iniziativa nientemeno che Adolf Hitler e Rudolph Hess, proprio mentre dal pubblico partiva il coro “Una squadra fantastica fatta a forma di svastica”. Ricordiamo anche il balbettio con il quale lo stesso Castellini, incalzato da una giornalista che gli chiedeva cosa pensasse di Hitler, rispose, senza riuscire nemmeno a dire che, in fondo, si trattava di una cattiva persona!

Sempre in tempi recentissimi, poi, siamo venuti a conoscenza, tramite articoli di stampa,  della vicenda riguardante il tentativo di costruire il Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Italiani.

Le indagini condotte dalla Magistratura hanno svelato un reticolo di persone che perseguivano quel progetto, e tra i 19 indagati almeno due appartenevano, al momento delle perquisizioni che hanno rinvenuto materiali inequivocabili, proprio a Forza Nuova. Una donna residente a Caldiero, alle porte di Verona e l’ex referente di Forza Nuova per la Liguria, invischiato anche in vicende di N’drangheta.

Alla luce di tutto questo è lecito chiedersi come un assessore alla sicurezza possa intrattenere rapporti con personaggi come Luca Castellini e i suoi accoliti, e suonerebbe davvero stonata la giustificazione, più volte utilizzata, che la democrazia si basa sulla libertà di pensiero, senza contare che, se la condanna venisse confermata nei successivi gradi di giudizio, l’idea di democrazia di chi falsifica le firme per potersi presentare alle elezioni è del tutto inacettabile.

Questa vicenda denota quanto sia ampia la contiguità dell’amministrazione giudata dal sindaco Federico Sboarina con le formazioni appartenenti all’estrema destra. E’ evidente che non si tratta del solo Andrea Bacciga, consigliere comunale eletto proprio nelle liste del sindaco, ex forzanovista e (rinviato a giudizio con l’accusa di essersi esibito, durante una seduta consiliare, in un saluto romano).

L’amministrazione comunale, infatti, continua a dispensare patrocinii, spazi e sponsorizzazioni alla galassia dell’ultradestra veronese, incurante delle critiche e della diffamazione che ciò comporta per la nostra città.

Ce ne sarebbe abbastanza per chiedere le dimissioni dell’assessore Polato, ma, a scanso di equivoci, è importante completare il quadro sulla sua visione politica.

Per questo motivo abbiamo deciso di pubblicare la foto in alto, peraltro già utilizzata dalla trasmissione “Piazza Pulita” e sottoposta all’assessore.

Nella foto si possono distingure diversi commensali a cena, molti dei quali stanno facendo il saluto fascista. L’etichetta interna alla foto permette di riconoscere proprio l’assessore Polato che, a differenza di altri, fa un altro saluto, componendo il numero tre con la mano.

Si tratta di una simbologia appartenente all’estrema destra nazionalista serba, quella che, tanto per essere chiari, ha rappresentato il motore che ha permesso il massacro di decine di migliaia di civili durante la guerra civile nella ex Jugoslvia.

Negli ultimi tempi questo saluto tende a sostituire proprio quello con il braccio teso, con l’obiettivo di essere comunque riconoscibili ma senza incappare in denunce per apologia di fascismo.

Non possiamo terminare questo articolo senza invitarvi a riflettere su quanto sia inquietante avere nella nostra città un assessore alla sicurezza simile!

DOCUMENTI, RASSEGNE STAMPA, CONTENUTI AGGIUNTIVI

 

 

 

 

Fammi spazio! [Sabato 7 Dicembre, ore 14.30, Veronetta]

Logo infospazio Ci troviamo Sabato 7 dicembre dalle 14.30, in piazza XVI Ottobre (Piazza Santa Toscana) per una giornata di socialità e approfondimento d’inchiesta.

Sarà presente un gazebo con materiali stampati sulla forma “inchiesta informativa”: verrà distribuita la “cronologia dell’odio“, che parte dal 91 per arrivare ad oggi ma non solo…

C’è tutta una parte di Veronetta, di artisti, di individualità underground e di componente migrante, prima tra le vittime della gentrificazione, accompagnata sempre da discriminazioni di stampo neofascista e da controlli di polizia.

Ricordando i primi anni di Piazza Dante, vogliamo creare una piazza di socialità attraverso la musica e l’arte e, credendo che la cultura hiphop abbia un forte significato sociale, la piazza sarà adibita a hip hop jam.

Per ricreare l’atmosfera dei primi Block Party, saranno messi a disposizione microfoni e impianto, per chiunque voglia esprimersi attraverso la musica o il ballo.

Fatti spazio!
Con freestyle, o pezzi editi improvvisando live e battaglie di rap nella piu totale libertà.

Fatti spazio!
Suona! Porta i tuoi bongos o qualsiasi altro strumento possa esaltare i colori di Veronetta.

Con il supporto di TJ Scratchavite

Il tutto sarà accompagnato da vin Brule’, “ovviamente caldo” e da birrette.

Vorremo allargare l’iniziativa a tuttx per arricchire questa giornata.

La bomba di Piazza Fontana è stata posizionata da un ordinovista veronese.

Venerdì 29 Novembre 2019        Logo

 

 

Risultati immagini per PIAZZA FONTANA LA STRAGE

Piazza Fontana, la strage

Oggi il giornale “Il Fatto Quotidiano” ha pubblicato una notizia davvero importante, aggiungendo un macigno al ruolo di primo piano che Verona ha ricoperto durante tutto quel perìodo storico che ha insanguinato l’Italia e che viene comunemente indicato come “Strategia della tensione”. La notizia è che a depositare materialmente la bomba nella Banca dell’Agricoltura di Milano, il 12 dicembre del 1969, è stato il veronese Claudio Bizzarri. La cosa, in parte, ci era già nota, perché contenuta nel libro “La maledizione di Piazza Fontana” scritto dal giudice Guido Salvini, lo stesso che seguì proprio le inchieste sulla strage di Piazza Fontana.

Nel libro, però, non compariva mai il nome, sostituito dal nomignolo “Il paracadutista”.

Solamente ora, a circa un mese dalla sua morte, il nome di Claudio Bizzarri diventa di dominio pubblico.

 In una deposizione nell’ambito del processo strage di Piazza della Loggia,  il nome di Claudio Bizzarri viene citato da un estremista di destra, che lo indica come figura di spicco, al fianco di Elio Massagrande, dando, nel contempo, anche l’ubicazione della sede di Ordine Nuovo, posizionandola in via Scudo di Francia, proprio dietro via Mazzini.

Quello che scaturisce da questa notizia è che per la prima volta, ufficialmente, la strage di Piazza Fontana viene legata indissolubilmente alla cellula di Ordine Nuovo veneta, con la chiara partecipazione di elementi veronesi.

 

La copertina del libro scritto dal giudice Guido Salvini

Le domande che potremmo porre sono diverse, a partire dal perché il nome di chi ha materialmente posizionato la bomba esce solo ad un mese dalla sua morte, nonostante la sua identità, come testimonia lo stesso giudice Salvini nel suo libro, fosse già nota da tempo.

A questa prima domanda ne possiamo collegare una seconda, chiedendoci chi, e a quali livelli, ha protetto Claudio Bizzarri permettendo che non fosse mai scalfito dai processi inerenti Piazza Fontana.

A quanto pare la verità su Piazza Fontana, al di là di quella storica che ha già appurato si tratti di una strage di matrice fascista, è ancora fumosa, e forse proprio a Verona, tra le persone che all’epoca facevano parte di quegli ambienti, andrebbe ricercata.

Nei prossimi giorni proveremo a tornare sulla vicenda, provando a scrivere ulteriori contributi.

Inaugurazione InfoSpazio161 [Sabato 23 Novembre]

Logo infospazio Dalle 18.00 alle 19.00 aperitivo di benvenuto e presentazione dei progetti nella nostra sede in Via Muro Padri 12/A nel quartiere di Veronetta.

Dalle 20.00 siamo al Laboratorio Autogestito Paratodos:

presentazione del libro “Aurora dice: distruggi il fascismo. Frammenti di antifascismo nel XXI secolo” con i compagni di Aurora Carattere Clandestino

a seguire cena e musica con White Trash

Tutto il ricavato andrà a sostenere le spese di InfoSpazio161

RAZZISTI, FASCISTI, SESSISTI, I DIFFAMATORI DI VERONA SIETE VOI

[ RAZZISTI, FASCISTI, SESSISTI, I DIFFAMATORI DI VERONA SIETE VOI ]

Oggi un centinaio di attiviste/i antirazziste/i e antifa veronesi hanno dato vita ad un rumoroso presidio sotto le finestre del consiglio comunale di Verona. Scopo del presidio era smascherare l’ipocrisia che ha portato alla scrittura della mozione a firma Bacciga, Zelger e altri che difendeva il buon nome della città e della sua amministrazione contro i “diffamatori” di Verona: i fatti sono noti a tutti.

Ma chi sta diffamando ormai da anni la città sono proprio loro con le loro azioni discriminatorie.

Circa quaranta tra i partecipanti al presidio sono entrati in comune e dalla balconata del consiglio hanno esposto uno striscione (vedi foto) con la frase RAZZISTI + FASCISTI I DIFFAMATORI DI VERONA SIETE VOI.

La protesta è stata ferma e decisa, il consiglio comunale è stato interrotto, molti consiglieri hanno abbandonato la sala e sono volate accuse ed offese contro gli attivisti dai banchi della destra, oltre a qualche spintone ad opera delle forze dell’ordine presenti, nella fattispecie una vigilessa.

Abbiamo voluto ribadire cosi che se Verona è stata diffamata gli autori sono proprio gli stessi firmatari della mozione che voleva difenderne il buon nome.

La protesta non si fermerà qui

ASSEMBLEA 17 DICEMBRE

Vivarelli Curzio

24 maggio 1989

Curzio Vivarelli, veronese, viene arrestato nell’ambito dell’inchiesta bolognese sulle “Ronde pirogene antidemocratiche”. Nei mesi precedenti numerose utilitarie nella città più rossa d’Italia sono state incendiate, con l’obiettivo di distruggere le macchine dei proletari. La banda era capeggiata, secondo gli inquirenti, proprio da Vivarelli, che, secondo gli investigatori, è persona conosciuta per essere stata vicina ad Ordine Nuovo. Gli inquirenti ritengono che dietro gli incendi vi sia in realtà un progetto eversivo di matrice neofascista.