Lunga vita la popolo palestinese!

12.5.21

È ormai da una decina di giorni che vengono diffuse sul web immagini e video che confermano, ai danni del popolo palestinese, un’esplosione di violenza di una portata mai vista.

Al centro della questione Gerusalemme, in particolare Gerusalemme est, territorio occupato nella Risoluzione 242, ma annesso ad Israele dopo la guerra del 1967 (la famosa guerra dei 6 giorni).

È in atto un tentativo legale di espulsione di 13 famiglie da Sheikh Jarrah, quartiere storico di Gerusalemme est, sul quale si deve esprimere la Corte Suprema Israeliana.

Questa sembra essere la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma che di fatto raffigura una situazione di continue tensioni e violenze che si protraggono da decenni senza soluzione alcuna.

Sono innegabili le discriminazioni sul lavoro, nell’accesso all’istruzione, nell’acquisto di terreni per abitazioni, nella tutela della salute che ogni giorno il popolo palestinese è costretto a subire.

La situazione si è aggravata con l’approvazione della legge “STATO-NAZIONE” nel 2018 che riconosce uno status privilegiato dell’etnia ebraica rispetto a quella araba.

In questo caso è difficile non riconoscere come il diritto diventi uno strumento di segregazione e di oppressione. Affermare la supremazia di un’etnia rispetto ad un’altra e consentire l’espulsione di massa da intere porzioni di territorio confermano la finalità persecutoria e colonialista dello stato di Israele.

Per i feticisti della legge non è in atto alcuna discriminazione perché tutte le operazioni israeliane sono conformi alle regole, che però lo Stato di Israele ha illegittimamente imposto al popolo palestinese, attraverso l’utilizzo della violenza militare ed economica.

È in atto, infatti, un processo di annessione graduale di ciò che resta sotto il controllo dell’autorità nazionale palestinese e dei suoi abitanti, attraverso pratiche criminali che tutt’oggi sono impunite.

Si pensi alla negazione dei diritti da parte di un gruppo ai danni di un altro, alla negazione sistematica di risorse quali cibo, acqua e corrente, alla negazione del diritto di potersi muovere liberamente, alla separazione fisica e giuridica tra i due gruppi attraverso l’istituzione di un sistema giuridico diverso per ciascuno di essi.

Queste pratiche configurano un’evidente situazione di oppressione dei palestinesi e di supremazia degli israeliani.

Ciò che è inaccettabile è il silenzio della comunità internazionale e delle istituzioni europee. Ancora una volta si guarda da distante permettendo che questi crimini possano compiersi anche in futuro. Il desiderio di supremazia etnica sta spazzando via qualsiasi briciolo di umanità.

Non si può fare altro che indignarsi ancora una volta per la mancata presa di posizione di fronte al massacro di civili, di donne e di bambini.

Non resta che unirsi al grido d’aiuto che proviene da chi lotta e resiste nei territori palestinesi e continuare a sperare nella resistenza contro il regime israeliano.

Le immagini dei coloni israeliani che ballano e cantano allegramente, mentre il regime continua a massacrare i civili palestinesi, fanno rabbrividire. Come può un essere umano arrivare a desiderare così tanto la sofferenza altrui al punto da gioire per questo?

Come si può tollerare un’irruzione della polizia in moschea con sole donne durante il mese di Ramadan?

Che bisogno c’era di utilizzare quella violenza e di sparare i gas lacrimogeni all’interno di un luogo di culto?

Come si fa ancora a paragonare la forza militare israeliana a quella palestinese?

A me capita spesso di chiedermi come tutto questo sia possibile e a dirvi la verità credo che una risposta vada ricercata in ciò che intendeva la “Harendt” con la banalità del male.

 

RESISTI PALESTINA!

 

COMUNICATO STAMPA – Natale 2020, il regalo di Prefettura e Comune: centinaia di persone esposte al freddo e al coronavirus

24.12.20

Come è noto il decreto-legge cosiddetto Salva Italia, il n. 34 del 19 maggio 2020 poi convertito nella legge n. 77 del 17 luglio, prevedeva all’art. 103 di attivare quella che viene comunemente  chiamata sanatoria.

Al comma 1 erano i datori di lavoro ad inoltrare la richiesta, mentre secondo il comma 2 erano gli stessi migranti a farlo.

Sui requisiti di accesso nel corso dell’estate molti sono stati i dubbi.

Una circolare del ministero dell’Interno, da molte associazioni e realtà giuridiche ritenuta illegittima, ha stabilito che un richiedente asilo non potesse accedere alla sanatoria mediante il comma 2, lasciandogli come unica alternativa la rinuncia alla sua richiesta di protezione internazionale. Al comma 1 invece, attivato dai datori di lavoro, la richiesta di asilo poteva procedere.

Malgrado questo, molti richiedenti asilo si sono decisi a presentare istanza di sanatoria secondo il comma 2.

A Verona, grazie ad una rete di associazioni, sportelli dei diritti, sindacati, patronati e avvocati, si è realizzato il più alto numero di richieste di questo tipo in Italia con oltre 700 pratiche, quasi il doppio della stessa Milano che figurava al secondo posto con circa 400.

Un risultato importante che permetterà ad un numero considerevole di migranti di avere finalmente un permesso di soggiorno per lavoro.

Una buona parte di queste 700 persone viveva nei Centri di Accoglienza gestiti dalla Prefettura di Verona per i richiedenti asilo e, non risultando più tali dopo la rinuncia, avrebbero dovuto uscire da quel sistema.

Ma come, e quando? Questione posta da mesi alla Prefettura.

Il buon lavoro fatto a Verona potrebbe diventare, a causa della cattiva gestione istituzionale, un elemento problematico.

Trovare casa per uno straniero a Verona è un’impresa difficilissima, ma questo, si sa, non rientra tra le problematiche all’attenzione della politica e delle istituzioni veronesi.

Nessuno nel mezzo di una pandemia, all’inizio dell’inverno, in una situazione sociale così dura, dovrebbe sognarsi di mettere fuori dai centri di accoglienza centinaia di persone.

Nessuno a parte la Prefettura di Verona, che già in novembre ha provveduto a revocare l’accoglienza da un giorno all’altro a sei ragazzi che fortunatamenta hanno trovato una soluzione grazie alle associazioni di volontariato. Per il Prefetto che coordina il tavolo dell’emergenza Covid quelle persone avrebbero dovuto tranquillamente vivere in strada.

Nei giorni scorsi sono piovute altre decine di queste revoche, rilasciate a caso, anche a persone che ancora non sanno se la loro istanza di sanatoria è stata recepita.

Questo comportamento da parte della Prefettura è di una gravità e di una miopia imperdonabili.

Anziché accompagnare con tranquillità questo passaggio fondamentale di uscita, che vedrà Verona essere provincia virtuosa, si opta per la cacciata. Un boomerang sociale e istituzionale sciocco che getta ombre sulla capacità gestionale della Prefettura.

E tutto questo si riverserà sui Comuni, in primis quello di Verona, che vedrà aumentare considerevolmente il numero dei senzatetto.

Il Comune di Verona in ogni modo, con delibera di Giunta n 391 del 17 novembre 2020, ha deciso di non accogliere nei dormitori persone con permesso di soggiorno per richiedenti asilo. La logica è quella di rimandare alla Prefettura la sua responsabilità, fingendo di non sapere come funziona il sistema di accoglienza ministeriale, che sistema agevolmente chi arriva dal mare ma ha enormi difficoltà e tempi di attesa non sempre certi per chi è arrivato per altra via, come quella balcanica, ha difficoltà ad accogliere  richiedenti di rientro da altri paesi europei, ad accogliere nuclei familiari.

Ancora, la Prefettura revoca spesso accoglienze a causa del mancato rispetto delle regole interne del centro. Purtroppo l’ospite cacciato non ha quasi mai la possibilità di far valere le proprie ragioni, così il procedimento è a senso unico. Con il cambio della dirigenza in quest’ultimo anno abbiamo assistito ad un apparente cambiamento in questo senso, e gli ospiti hanno formalmente la possibilità di far sentire le proprie ragioni, ma le loro motivazioni vengono accolte con una rigidità che invalida l’apertura.

Altri motivi per cui un richiedente asilo potrebbe aver bisogno di essere accolto nei dormitori sono l’assurdo principio di non riammissione nel sistema una volta usciti e revoche dovute a regole come il divieto di allontanamento anche fosse per motivi di lavoro.

Il Comune ha fatto finta di non sapere che esistono centinaia di persone revocate per motivi diversi dalla rinuncia alla richiesta di asilo. Ma quelle persone esistono, sono lì e hanno davanti un inverno fatto di freddo e di nessuna possibilità di proteggersi dal Coronavirus e dalle multe e gli sgomberi.

La nostra proposta è semplice e precisa:

nessuna revoca fino a fine emergenza covid ed emergenza freddo, e accoglienza per tutti nei dormitori.

O verremo a bussare alle vostre porte

 

Rifondazione Comunista Verona, Circolo Pink – Pink Refuges, Potere al Popolo Verona, Adl Cobas, Laboratorio Autogestito Verona, Associazione Equilibrio Precario, Cub Verona, Osservatorio Migranti Verona, Pianeta Milk Verona, Non Una di Meno Verona, Infospazio 161, Sportello Sociale per i Diritti Verona, Assemblea 17 dicembre, Verona in Comune, Sinistra in Comune, PCI Verona, FGCI Verona, Rude Firm 1921, Sinistra Italiana Verona

 

ALLEGATI (a cura del Centro di Documentazione G.Bertani)

Legge n°77 del 17 luglio 2020. – Conversione in legge, con modifiche, del decreto legge n°34 del 19 maggio 2020, recante misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da Covid 19

 

Decreto Legge n°34 del 19 maggio 2020. – Il cosidetto “Decreto Rilancio” verrà modificato e tradotto nella Legge n°77 del 17.7.20

 

Dettaglio Comma 1 e Comma 2 dell’articolo 103 contenuto nel Decreto legge n°34 del 19 maggio 2020

 

Circolare del Ministero dell’Interno in data 19.6.20 con disposizioni aggiuntive al D.l. n°34 in materia di emersione

 

Circolare del Ministero dell’Interno in data 7.7.20 con disposizioni aggiuntive al D.l. n°34 in materia di regolarizzazione

 

Lettera alla Prefettura per chiedere il blocco delle revoche all’accoglienza. In data 12.11.20 e firmata da Osservatorio Migranti e sindacato Cub

 

Delibera del Comune di Verona n°391 del 17.11.20 in materia di accoglienza invernale per l’anno 2020-2021 e contrasto alla marginalità

 

RAZZISTI, FASCISTI, SESSISTI, I DIFFAMATORI DI VERONA SIETE VOI

[ RAZZISTI, FASCISTI, SESSISTI, I DIFFAMATORI DI VERONA SIETE VOI ]

Oggi un centinaio di attiviste/i antirazziste/i e antifa veronesi hanno dato vita ad un rumoroso presidio sotto le finestre del consiglio comunale di Verona. Scopo del presidio era smascherare l’ipocrisia che ha portato alla scrittura della mozione a firma Bacciga, Zelger e altri che difendeva il buon nome della città e della sua amministrazione contro i “diffamatori” di Verona: i fatti sono noti a tutti.

Ma chi sta diffamando ormai da anni la città sono proprio loro con le loro azioni discriminatorie.

Circa quaranta tra i partecipanti al presidio sono entrati in comune e dalla balconata del consiglio hanno esposto uno striscione (vedi foto) con la frase RAZZISTI + FASCISTI I DIFFAMATORI DI VERONA SIETE VOI.

La protesta è stata ferma e decisa, il consiglio comunale è stato interrotto, molti consiglieri hanno abbandonato la sala e sono volate accuse ed offese contro gli attivisti dai banchi della destra, oltre a qualche spintone ad opera delle forze dell’ordine presenti, nella fattispecie una vigilessa.

Abbiamo voluto ribadire cosi che se Verona è stata diffamata gli autori sono proprio gli stessi firmatari della mozione che voleva difenderne il buon nome.

La protesta non si fermerà qui

ASSEMBLEA 17 DICEMBRE