Gli studenti protestano e vogliono risposte…Qualcuno è in asolto?

18 novembre 2020

La locandina dell’iniziativa

 

Ieri gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado hanno messo in scena dei flash-mob davanti ad alcuni istituti cittadini. Si tratta di un’iniziativa nazionale concordata con Priorita alla scuola e Ridateci il futuro, e condotta a Verona dalla Rete degli Studenti Medi.

Essi rivendicano il diritto al tornare nelle aule in presenza, per evitare che, come scrivono in un comunicato stampa, “un’emergenza ne crei un’altra”.

 Non si tratta nè di sottovalutare la pandemia, ma semplicemente di agire con un minimo di buon senso e alla luce dei dati che certificano la scuola come luogo

Ma perché sacrificare la scuola e mettere in gioco il futuro di ragazzi che già hanno pagato un alto prezzo durante la prima ondata di emergenza sanitaria? Perché creare i presupposti per un ulteriore aumenti dell’abbandono scolastico? La scuola dovrebbe essere uno strumento per dare la possibilità a tutte e tutti di non rimanere indietro, riuscendo a colmare le differenze sociali che sono create dal mondo degli adulti e che i ragazzi subiscono loro malgrado. Nemmono in condizioni normali questo principio basilare è sempre garantito, e figuriamoci cosa può accadere in regime di didattica a distanza, quando non tutti partono dalle stesse condizioni, perché alcune famiglie non hanno la connessione internet, altre non hanno il denaro per acquistare i computer o i tablet, e altre ancora vivono in spazi così ristretti da non permettere una soluzione adeguata per seguire le  lezioni.

Ma la scuola è anche fucina di socialità, una necessità alla quale i giovani hanno già rinunciato per diversi mesi e alla quale, proprio per la loro formazione e il loro benessere, non possono rinunciare nuovamente.

Non si tratta di egoismo, come qualcuno potrebbe pensare, perché il presupposto dal quele parte il nostro ragionamento, lo ricordiamo, sono sempre e solo i dati del contagio nelle scuole, forniti dalle autorità competenti.

Tutti devono fare la loro parte, si continua a ripetere, ma pare sia un messaggio inascoltato. Prestando ancora attenzione ai dati è stato ampiamente chiarito che i contagi che si verificano tra gli studenti, e non solo, sono dovuti al mancato adeguamento del trasporto pubblico.

L’estate scorsa sarebbe stato il momento delle scelte e delle azioni e invece, pre quanto riguarda questa tematica, si è forse preferito pensare che il problema non si sarebbe ripresentato.

Il governo era troppo impegnato nel glorificare la mignificenza del caso Italia, così risolutivo nello sconfiggere l’epidenia da apparire ormai un modello vincente e studiato nel mondo. L’opposizione si spingeva a dichiarazioni pericolose affermando che il virus non esisteva più, o era talmente depotenziato da rendere inutili le mascherine. Entrambi minimizzavano la possibilità di un ritorno dell’emergenza, troppo occupati nel favorire la stagione turistica e a far ripartire gli affari. Chi provava a mettere in guardia dal facile ottimismo, scienziati compresi, veniva ignorato o additato come corvo terrorista.

E’ stato questo il brodo nel quale alcune prevenzioni dirimenti sono state accantonate, salvo poi, all’ultimo momento, cercare di porvi parzialmente rimedio con ordinanze e decreti framcamente ridicoli. La capienza sui trasporti pubblici ridotta all’80%, (mica poco tra l’altro) senza nemmeno indicare chi e come avrebbe potuto effettivamente controllare l’afflusso delle persone ne è forse l’emblema. Il braccio di ferro tra Regioni e Governo nell’occasione è riaffiorato dirompente ed è stato risolto con compromessi mai all’altezza della situazione.

Difficile anche attribuire le responsabilità di tutti questi errori e delle sottovalutazioni. Le regioni accusano il governo, che sicuramente ha delle colpe, dimenticando però che la riforma del titolo quinto delega proprio alle regioni tematiche come quelle inerenti il trasporto pubblico, devolvendo ad esse il denaro necessario.

In fondo sarebbe forse bastato stipulare convenzioni tra regioni e ditte private del trasporto turistiche, concedendo loro un adeguato compenso in un momento nel quale sono totalmente inattive.

Lo scontro tra regioni e stato centrale è del tutto incacettabile ma con esso si raggiunge il torbido obiettivo di nascondere le responsabilità, di non far uscire la polvere da sotto il tappeto.

A farne le spese sono stati i contagiati, e purtroppo i molti morti, che nella prima ondata si sono registrati a Bergamo e in gran parte della Lombardia, a causa della mancata chiusura della Val Seriana, oggetto di un rimpallo di responsabilità che ha eretto una vera e propria cortina fumogena.

Oggi invece, per le stesse identiche modalità, nè pagano il conto gran parte dei ragazzi, costretti ad una didattica a distanza che li preclude alla socialità, ad una formazione adeguata e, in alcuni casi, allo stesso diritto allo studio sancito nella Costituzione.

Gli studenti, con le loro iniziative di ieri in tutta Italia, chiedono se, almeno ora, si stanno prendendo quei provvedimenti che sono mancati fino ad oggi per tornare nelle aule in prsenza e in sicurezza…Toc, Toc, Toc…C’è qualcuno nei Palazzi dove si prendono le decisioni? Qualcuno risponde? O dovranno buttare giù la porta?

(le foto sono state tratte dalla pagina facebook di Rete Studenti Medi Verona)

COMUNICATI STAMPA:

17.11.15 Rete degli Studenti Medi Verona #Ancora_dimenticati

RASSEGNA STAMPA:

20.11.17 Veronasera “La scuola si fa a scuola”. Sit-in di protesta davanti agli istituti chiusi”.

Un presidio vincente e l’imprescindibilità di un reddito universale di esistenza

14 novembre 2020

 

La locandina dell’iniziativa

Ieri mattina si è tenuto un presidio davanti alla sede della municipalizzata di Verona Agsm, erogatrice di acqua, corrente elettrica e gas. La protesta è stata motivata dalla necessità di risolvere una vicenda legata al distacco di luce e gas subita da una famiglia che non riesce più a pagare le bollette.

In realtà la situazione portata alla ribalta ieri è paradigmatica rispetto alle molte famiglie, o persone singole, che sono in grave difficoltà economica a causa delle attuali difficoltà nel percepire reddito in questo perìodo contraddistinto dalla mancanza totale di “ristoro” nei confronti di chi è già penalizzato dal lavoro nero o di chi è sottoposto a contratti di lavoro talmente precari da non poter accedere comunque a nessun tipo di amortizzatore sociale.

La questione del reddito, inteso come strumento per continuare a soppravvivere al di là dell’effettiva possibilità di lavorare, diventa oggi centrale, e dovrebbe assumere ancor più centralità anche dopo che la crisi pandemica sarà risolta, perché in ogni caso la precerietà di milioni di persone sacrificate allo “sforzo produttivo” non è più accettabile.

Il ritorno alla normalità da più parti invocato rappresenta per molti un incubo, perché proprio quella normalità costituisce il problema.

Affrontare in questo articolo le connessioni tra la pandemia e l’attuale sistema economico capitalista non è possibile perche equivarrebbe a lanciare slogan senza proporre un’analisi ponderata, come solitamente siamo abituati a fare, ma, in attesa di affrontare tale argomento in modo più complesso, riteniamo di non poterci esimere dall’indicare proprio questo tipo di sistema produttivo come responsabile principale della pandemia.

Anche per questo pensiamo che tutte le iniziative tese alla redistribuzione della ricchezza siano, anche eticamente, imprescindibili. Il denaro per istituire un reddito universale a prescindere dalla situazione lavorativa vanno presi a chi, anche in questi mesi, sta aumentando i profitti in modo esponenziale. L’iniziativa più semplice e veloce per affrontare le posizioni più drammatiche è sicuramente la tassa patrimoniale che, mentre nel nostro paese resta un tabù, è stata già introdotta in un altro paese dell’Unione Europea come la Spagna.

 Un reddito svincolato dal lavoro è tanto più necessario anche perché è logico immaginare che la maggior parte dei prossimi investimenti privati, tanto anelati da tutta la politica e la classe imprenditoriale, saranno destinati, per quanto possibile, alla sostituzione della forza lavoro con i robot e le macchine, in nome di una trasformazione industriale peraltro già iniziata da tempo, ma destinata ad una notevole accelerazione, finalizzata al mantenimento del massimo profitto anche nel caso di eventuali prossimie pandemie  che causerebbero nuovi blocchi produttivi.

 

 

Tornando al presidio davanti all’Agsm, che tutto ciò sottende, segnaliamo che i promotori dell’iniziativa, (Laboratorio Autogestito Paratodos, Falegnameria Resistente e Adl Cobas) sono riusciti ad ottenere un incontro con il Presidente della municipalizzata, che ha preso l’impegno, tutto da verificare al di là degli annunci, di bloccare i distacchi di luce, acqua e gas per un lungo perìodo, e a farsi parte attiva anche verso il Comune perché dia tempestive informazioni riguardo alle morosità , cosa che oggi non avviene.

Nel contempo gli stessi promotori,  assieme all’associazione “Equilibrio Precario” hanno aperto uno sportello sociale denominato “Stop bollette e taglio utenze” con l’obiettivo di supportare le persone che riscontrano queste problematiche.

Per Informazioni

adlcobasverona@gmail.com

paratods19@gmail.co

SANATORIA PER TUTTE/I – Presidio in Piazza Brà, Verona

 

SABATO 27 GIUGNO in
Piazza Bra ORE 16

AND WE WANT TO BREATH!

Anche noi vogliamo respirare.
Questo decreto regolarizzazione non va bene. Dignità e diritti vanno riconosciuti a tutti e tutte.

 

* SANATORIA ESTESA A TUTTE LE ATTIVITÀ LAVORATIVE
* PERMESSO PER LAVORO A CHI HA GIÀ UN CONTRATTO
* PERMESSO PER ATTESA OCCUPAZIONE A CHI NON HA UN LAVORO
* DIRITTO ALLA CONVERSIONE DEI PERMESSI TEMPORANEI

Più di seicentomila persone in Italia vivono e lavorano ma non hanno documenti. La “regolarizzazione” aperta il 1° giugno da un articolo del “DL Rilancio” si sta rivelando un inganno: non solo perché la platea degli aventi diritto è ristretta a chi lavora nell’agricoltura o come collaboratore domestico, lasciando perciò migliaia di persone senza permesso di soggiorno e senza diritti; ma perché sta producendo discriminazioni, inducendo i migranti che hanno già un posto di lavoro ad abbandonarlo con il miraggio di regolarizzarsi nei limitati settori economici previsti dal decreto legge, e anche speculazioni e raggiri con contratti di lavoro che vengono fatti pagare anche 8.000 euro!

Questo è il pessimo prodotto della scelta governativa che invece di affrontare il problema nella sua interezza e dal punto di vista primario dei diritti e delle garanzie, ha deciso di muoversi solo per provare a soddisfare le immediate esigenze del sistema economico e produttivo.

Il lavoro degli sportelli che cercano di dare risposte alle persone ci sta svelando un mondo di dignità negata, un mondo fatto da persone e storie invisibili che invece debbono poter prendere parola e spiegare perché e come questo decreto va modificato ed esteso.

Insieme ad Associazione SeneGambia, Movement Human Rights for Extrac. of Bangladesh & Asian, ADL COBAS Vicenza – Verona, Circolo Pink e Pink Refugees, Osservatorio Migranti, CUB Verona, Partito Socialista Sri Lanka e AfroVeronesi abbiamo deciso di aderire alla campagna “Siamo Qui – Sanatoria Subito!” ed alla settimana di mobilitazione territoriale lanciata in vista dell’avvio del dibattito parlamentare della legge di conversione.

Saremo in piazza a Verona sabato 27 giugno per portare il documento di 11 punti che la campagna ha identificato per allargare le maglie della regolarizzazione, invitiamo tutte e tutti ad esserci.

Contro ogni razzismo diritti e giustizia sociale per tutt*
#siamoquisanatoriasubito #siamoqui
#wecantBREATHE #nojusticenopeace
#BlackLivesMatter #PapeForAll #overthefortress
#nojusticenopeace #antirazzismo

NO bandiere di partiti, SI bandiere del mondo!

Organizzano l’iniziativa:

  • Laboratorio Autogestito Paratodos
  • Adl Cobas
  • Associazione SeneGambia
  • Movement Human Rights for Extrac. of Bangladesh & Asia
  • Circolo Pink
  • Pink Refuges
  • Osservatorio Migranti Verona
  • Partito Socialista dello Sri Lanka
  • Cub Verona

Aderiscono all’iniziativa:

  • Associazione Afroveronesi
  • Infospazio 161
  • Assemblea 17 dicembre

 

 

La piattaforma rivendicativa della campagna “Siamo qui! Sanatoria subito”!

Pink Refuges – Il comunicato social dei Pink Refuges – NON CI SONO DIRITTI PER CHI NON LI RIVENDICA IN PRIMA PERSONA

Laboratorio Autogestito ParatodosUn bilancio dell’iniziativa stilato da Paratodos e Adl Cobas – WE WANT BREATH! ANCHE NOI VOGLIAMO RESPIRARE!

 

LA RASSEGNA STAMPA:

Verona InI manifestanti hanno chiesto una sanatoria estesa a tutte le attività lavorative e il permesso di lavoro per chi ha già un contratto o è in attesa di occupazione. – SANATORIA SUBITO, MIGRANTI IN PIAZZA PER CHIEDERE GIUSTIZIA.

 

VIDEOGALLERY

FOTOGALLERY

  

Presidio dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo sotto la sede dell’Inps – Laboratorio Autogestito Paratodos

22 maggio 2020

Il post tratto della pagina Facebook del Laboratorio Autogestito Paratodos che rivendica l’azione davanti alla sede Inps.

Foto 1, Foto 2, Foto 3, Foto 4, Foto 5

Questa mattina ci siamo trovati nuovamente davanti alla sede dell’inps per manifestare in solidarietà di tutte e tutti i lavoratori e lavoratrici dello spettacolo e per chiedere un #redditodiesistenza e ammortizzatori sociali adeguati alla situazione disperata che tutto il mondo delle arti sceniche sta affrontando.
Anche come Laboratorio Autogestito Autogestito Paratod@s siamo soggetti a numerose spese che non riusciamo e non riusciremo ad affrontare se alla riapertura non verranno affiancate maggiori tutele. Le spese raddoppiano, gli spazi diminuiscono, le logiche del profitto sono sempre al primo posto.
ESIGIAMO DIRITTI PER TUTT*!

#paratodos #paratodosverona #teatropopolarediverona #maestranzedellospettacoloveneto #maestranzedellospettacolo #redditodiesistenza #dirittipertutt

 

Amarcord…Succedeva il 25 aprile 2008

percorsi di memoria

 

Erano i tempi del sindaco sceriffo Flavio Tosi, degli sgomberi e delle ordinanze sul “decoro”, quelli in cui l’ideologia della “tolleranza zero” si insinuava nelle menti e nelle azioni e degli adesivi che riempivano la città ritraendo il sindaco di profilo nell’atto di spegnere la canna di una pistola fumante, con sotto la scritta “Ho la faccia come il culo”. Erano i tempi della messa a punto di quel laboratorio delle destre che racchiudeva integralisti cattolici, leghiesti, fascisti istituzionali ed estremisti di destra, lo stesso “format” che ora però agisce su scala nazionale.

Era anche il tempo, ieri come oggi, della Resistenza. Il  Circolo Pink, nato come circolo Lgbt ma capace in realtà di offrire l’apertura e la condivisione che lo renderà ciò che è oggi, una realtà insostituibile nel panorama veronese, in grado di fare da collante tra i diversi gruppi, ampliando la propria identità senza per questo rinunciare alla propria specificità. Erano i tempi in cui c’era il Metropolis Cafè, un gruppo che, tra le altre cose, ha avuto il merito di investire sui giovani, facendo crescere una generazione di attivisti che ancora oggi, al di là della situazione contingente, si muovono nell’ambito cittadino. Ed infine esisteva ancora il gruppo del Csos La Chimica, che continuava a R/esistere nonostante proprio il sindaco Flavio Tosi, come primo gesto “politico” della sua amministrazione, avesse mandato le ruspe a demolire la sede del Centro sociale, all’incirca un anno prima, decretando la fine di sperimentazioni sociali che avevano riscosso successo e creato coscienza politica e conflittualità diffusa, senzaa però riuscire a scalfire l’anima di quegli attivisti! Questi erano i soggetti promotori di quelle due giornate, il 25 e il 26 aprile 2008.

L’appello alla partecipazione – 25 aprile 2008

QUI tutti i contenuti e i materiali presenti in archivio e inerenti al 25 aprile 2008

 

Comitato di Verona Sud

21 luglio 2020

Comitato di Verona Sud, (pubblicato su VeronaIn) – Il comitato denuncia il mancato adeguamento dell’attraversamento pedonale davanti al Centro commerciale Adigeo, (Zai), da parte dell’azienda stessa e del Comune di Verona. L’amministrazione Sboarina si era impegnata già diverso tempo fa di intervenire tempestivamente per evitare che i pedoni fossero investiti, (4 feriti, tre dei quali in modo grave), ma nulla è stato fatto fino ad ora. – I PEDONI MUOIONO E IL SOVRAPPASSO ALL’ADIGEO RESTA UNA CHIMERA

Laboratorio Autogestito Paratodos

Questa sezione ospita i materiali inerenti tutte le realtà che gravitano intorno al Laboratorio Paratodos, e quindi anche Falegnameria Resistente, Adl Cobas Verona, Palestra Popolare Jacovacci, Teatro Popolare Verona

2020

27 maggio 2020

Presidio dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo e della cultura davanti alla sede dell’Inps di Verona per reclamare reddito