SUCCEDEVA UN ANNO FA – La censura dell’amministrazione comunale rispetto al racconto delle foibe e del suo contesto storico/2

Martedì 17 febbraio    percorsi di memoria

 

Il 17 febbraio 2019 avrebbe dovuto tenersi, nella sala pubblica intitolata a Nicola Tommasoli, una conferenza della storica Kersevan, organizzata da Rifondazione comunista e Potere al Popolo. Si trattava di un incontro sul tema spigoloso delle foibe, in relazione alla Giornata del Ricordo che commemora le vittime di quella triste vicenda. L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Federico Sboarina, però, ha censurato, proprio come accaduto anche quest’anno, l’iniziativa, decidendo la revoca della concessione della sala. Le motivazioni inconfessabili di quella che si delinea, ieri come oggi, come una vera è propria censura, è legata alla volontà di non voler affrontare le verità, inaccettabili per le destre, inerenti il  contesto storico in cui il massacro delle foibe è maturato e che chiamano direttamente in causa le responsabilità precedenti attribuibili alla dittatura fascista. Anche in questo caso, quindi, l’azione ideologica dell’amministrazione Sboarina si inserisce perfettamente nel solco della destra radicale che si rifà direttamente al fascismo.

Nei link dell’articolo troverete tutti i materiali che siamo riusciti a raccogliere riguardanti la censura di ieri e quella di oggi.

Di seguito, invece, un link che vi condurrà alla visione di tutti i contenuti, e degli articoli redatti dal Centro di Documentazione, che abbiamo archiviato fino ad ora.

Vi ricordiamo che l’archivio è sempre work in progress, e che ognuno di noi puo arricchirlo inviando i suoi contributi a infospazio161@gmail.com

Buona lettura!

APPROFONDIMENTI E MATERIALI ARCHIVIATI NELLA SEZIONE FOIBE

 

Il Convegno mondiale delle famiglie

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La bomba di Piazza Fontana è stata posizionata da un ordinovista veronese.

Venerdì 29 Novembre 2019        Logo

 

 

Risultati immagini per PIAZZA FONTANA LA STRAGE

Piazza Fontana, la strage

Oggi il giornale “Il Fatto Quotidiano” ha pubblicato una notizia davvero importante, aggiungendo un macigno al ruolo di primo piano che Verona ha ricoperto durante tutto quel perìodo storico che ha insanguinato l’Italia e che viene comunemente indicato come “Strategia della tensione”. La notizia è che a depositare materialmente la bomba nella Banca dell’Agricoltura di Milano, il 12 dicembre del 1969, è stato il veronese Claudio Bizzarri. La cosa, in parte, ci era già nota, perché contenuta nel libro “La maledizione di Piazza Fontana” scritto dal giudice Guido Salvini, lo stesso che seguì proprio le inchieste sulla strage di Piazza Fontana.

Nel libro, però, non compariva mai il nome, sostituito dal nomignolo “Il paracadutista”.

Solamente ora, a circa un mese dalla sua morte, il nome di Claudio Bizzarri diventa di dominio pubblico.

 In una deposizione nell’ambito del processo strage di Piazza della Loggia,  il nome di Claudio Bizzarri viene citato da un estremista di destra, che lo indica come figura di spicco, al fianco di Elio Massagrande, dando, nel contempo, anche l’ubicazione della sede di Ordine Nuovo, posizionandola in via Scudo di Francia, proprio dietro via Mazzini.

Quello che scaturisce da questa notizia è che per la prima volta, ufficialmente, la strage di Piazza Fontana viene legata indissolubilmente alla cellula di Ordine Nuovo veneta, con la chiara partecipazione di elementi veronesi.

 

La copertina del libro scritto dal giudice Guido Salvini

Le domande che potremmo porre sono diverse, a partire dal perché il nome di chi ha materialmente posizionato la bomba esce solo ad un mese dalla sua morte, nonostante la sua identità, come testimonia lo stesso giudice Salvini nel suo libro, fosse già nota da tempo.

A questa prima domanda ne possiamo collegare una seconda, chiedendoci chi, e a quali livelli, ha protetto Claudio Bizzarri permettendo che non fosse mai scalfito dai processi inerenti Piazza Fontana.

A quanto pare la verità su Piazza Fontana, al di là di quella storica che ha già appurato si tratti di una strage di matrice fascista, è ancora fumosa, e forse proprio a Verona, tra le persone che all’epoca facevano parte di quegli ambienti, andrebbe ricercata.

Nei prossimi giorni proveremo a tornare sulla vicenda, provando a scrivere ulteriori contributi.

Le registrazioni delle sedute delle Commissioni consiliari coinvolte nella discussione.

27 gennaio 2020

Il file audio dell’incontro, in prima commissione consiliare, dal titolo: “Sicurezza nel territorio veronese: la situazione droga nelle scuole.

9 settembre 2019

Il file audio dell’incontro in prima commissione consiliare dal titolo: “Sicurezza nel territorio del Comune di Verona. Dipendenze da sostanze”. All’inizio della registrazione c’è l’audizione del professor Serpelloni, (Sert di Verona), che illustra anche il lavoro della dottoressa Guadagnini, responsabile del centro di ascolto. L’inchiesta illustrata del presupposto sul quale si giustificano i test antidroga nelle scuole.

11 marzo 2019

Registrazione audio della prima Commissione consiliare dal titolo “Sicurezza nel territorio veronese. Adolescenti”. Anche in questo caso, tra gli ospiti, vi sono il professor Serpelloni, direttore del Sert di Verona, e la dottoressa Giuliana Guadagnini, responsabile del Centro di ascolto.

L’attentato sventato alla stazione di Verona

28 febbraio 2020

 

28 marzo 2018

 

29 agosto 1970

DOCUMENTI 

Maurizio Filippi

10 luglio 2009

La consigliera comunale Barbara Tosi, assieme al fratello Flavio, all’assessore comunale Enrico Corsi, il vicepresidente della Provincia Luca Coletto, e Maurizio Filippi, tutti del gruppo Lega Nord, sono stati condannati in Cassazione a due mesi di reclusione per istigazione all’odio razziale, in riferimento accaduti nel 2001 durante una vera e propria campagna contro i sinti veronesi.

Luca Coletto

10 luglio 2009

La consigliera comunale Barbara Tosi, assieme al fratello Flavio, all’assessore comunale Enrico Corsi, il vicepresidente della Provincia Luca Coletto, e Maurizio Filippi, tutti del gruppo Lega Nord, sono stati condannati in Cassazione a due mesi di reclusione per istigazione all’odio razziale, in riferimento accaduti nel 2001 durante una vera e propria campagna contro i sinti veronesi.

Barbara Tosi

10 luglio 2009

La consigliera comunale Barbara Tosi, assieme al fratello Flavio, all’assessore comunale Enrico Corsi, il vicepresidente della Provincia Luca Coletto, e Maurizio Filippi, tutti del gruppo Lega Nord, sono stati condannati in Cassazione a due mesi di reclusione per istigazione all’odio razziale, in riferimento accaduti nel 2001 durante una vera e propria campagna contro i sinti veronesi.