Kollettivo studentesco De-Testateci

Link alla pagina facebook

Giovedì 23 aprile 2020

Riflessioni sulla didattica a distanza ai tempi del Coronavirus.

Siamo un collettivo che si è formato per fronteggiare la mozione discussa in consiglio nei mesi antecedenti alla crisi epidemiologica, che aveva lo scopo di introdurre nuove norme di sicurezza contro l’uso delle sostanze nei giovani, criticato fortemente da varie realtà cittadine.
In questo momento storico particolare, vogliamo rendere note le vere motivazioni che ci hanno spinto a dar vita a questo collettivo, che nasce dal bisogno di dare voce alle problematiche sociali ed istituzionali che influenzano le nostre vite.
Visto il condizionamento che questa pandemia sta avendo sul sistema scolastico, volevamo portare alla luce alcune riflessioni studentesche, consapevoli del fatto che ogni risorsa a nostra disposizione sia sfruttata per mantenere la figura dell’istruzione scolastica, nonostante le limitazioni per le misure di sicurezza .
Tra le maggiori problematiche della didattica a distanza è il fatto che non siano accessibili a tutti i portali online o per complicanze di scarsa connessione, scarsa qualità degli strumenti o proprio per il fatto di non possedere materialmente quest’ultimi. Alcune scuole hanno avuto la possibilità di fornire computer agli studenti, ma siamo ben consapevoli del fatto che questa realtà non sia presente in tutto il paese (a mala pena abbiamo lavagne nuove, figuriamoci un computer a casa!). Sussiste in ogni caso il problema della connessione a internet, senza la quale non si ha accesso a nulla che abbia a che fare con la didattica a distanza; tenendo a mente che questo non influenza solamente chi non ha alcun accesso ad internet, ma anche a chi si trova costretto a condividere la connessione con più persone limitandone il funzionamento. Abbiamo tutti conoscenti che si trovano in situazioni familiari particolari, che non sempre permettono un luogo fisico che consenta la tranquillità e la concentrazione necessaria per seguire le lezioni o per lo studio individuale e si trovano a dover gestire le proprie responsabilità familiari con quelle scolastiche, il che non vale solo per gli studenti, ma anche per i professori che spesso sono anche genitori. L’impatto psicologico che questa quarantena sta avendo, sia per le situazioni appena descritte, che per altre più o meno estreme (è noto l’aumento radicale di casi di violenze e abusi domestici dall’ inizio del confinamento domiciliare, per non parlare di chi si è trovato a doversi assumere ulteriori responsabilità lavorative), spesso viene trascurato, a malapena discusso o tenuto in considerazione da parte dei professori, i quali ricevono probabilmente pressione da parte dei dirigenti e dal sistema scolastico, con il dovere di procedere regolarmente con il programma e inserire valutazioni per dimostrare la continuità dell’anno scolastico (valutazioni spesso non accuratamente rappresentative dello sforzo degli studenti).
Inoltre, in particolare nelle realtà scolastiche, in cui gran parte del programma si basa su laboratori pratici e tecnici, è sorto il problema della mancanza di materiale. C’è chi non lo può reperire per motivazioni economiche, per l’aumento dei prezzi dei beni non di prima necessità, e chi non vuole contribuire alle pericolose condizioni attuali dei lavoratori, motivazione che spesso vengono screditate.
Purtroppo, abbiamo spesso visto cadere in secondo piano l’effettiva difficoltà nel seguire le lezioni attraverso uno schermo, dovuta sia al funzionamento delle applicazioni e all’adattamento improvviso a questi strumenti, alla mancanza di dialogo, interventi e dibatti, che dovrebbero essere caratteristiche fondamentali per la nostra istruzione, e per i rapporti che si creano in aula.
Consapevoli che queste problematiche non sono risolvibili a causa delle limitazioni imposte da questa situazione eccezionale, troviamo comunque indispensabile che vengano prese in considerazione per la durata della modalità di didattica a distanza, soprattutto perché in questo momento deve diventare una priorità la costruzione di rapporti umani, anche tra studenti e professori, finalizzati ad una solidarietà reciproca, necessaria per la sopravvivenza a questo disfacimento globale.

 

Mercoledì 5 febbraio 2020

comuunicato stampa Una presa di posizione del neonato Kollettivo studentesco contro la vulgata repressiva che si abbatte sulle scuole di Verona e provincia, dove l’amministrazione scaligera, dopo aver aderito al Protocollo “Scuole sicure” ed aver introdotto negli istituti perquisizioni anche con l’ausilio di unità cinofile, si appresta a sottoporre gli studenti e le studentesse della scuola media inferiore e superiore ai test antidroga.

Per ulteriori approfondimenti su questo argomento collegati all’archivio 

La crociata repressiva contro le droghe nelle scuole veronesi.