Movimenti No Tav

Martedì 10 marzo 2020

Comunicato stampa del Coordinamento No Tav Brescia-Verona

EMERGENZA CORONAVIRUS

comuunicato stampa A seguito della difficoltà per la convocazione di una conferenza stampa vi inoltriamo il comunicato ufficiale pregandovi affinché venga diffuso e pubblicato sul vostro canale di informazione.

 Non avremmo voluto prendere parola in questo momento riguardo il tema Coronavirus ma la situazione non lo permette.
Senza addentrarci nelle questioni mediche di questa emergenza che non ci competono, ma che ci invitano alla responsabilità collettiva, non possiamo non denunciare le scelte economico/politiche che ci portano oggi a vivere questa situazione.
La sanità di Lombardia e parte del Veneto è al collasso per quanto sta accadendo. Il perché di questa situazione è chiaro: l’incapacità sanitaria ad affrontare questa emergenza è dettata da anni di speculazioni e di tagli economici a favore di spese inutili come il Tav. Parliamo di più di 8 miliardi di euro preventivati solo per la costruzione della linea Brescia-Verona-Padova. Ri-destinare i fondi di opere che si è stabilito essere inutili non può che essere segno di responsabilità. Le ricadute economiche di questa emergenza graveranno su di noi pesantemente nei mesi a venire, le emergenze sanitarie e sociali crescono incessantemente, è il momento di pretendere scelte politiche di priorità collettiva. Le centinaia di iniziative di raccolte fondi/donazioni di privati al sistema sanitario nazionale sono lodevoli ma ricadono ancora una volta su di noi.
E mentre centinaia di medici, infermieri e personale sanitario, in tanti casi sottopagati e senza diritti, cercano di arginare la crisi epidemica, chiedendo la sospensione delle attività non necessarie, non possiamo non segnalare che i cantieri del Tav Brescia-Verona continuano, con discutibile sicurezza di tutti/e gli operai al lavoro. Operai che come abbiamo segnalato non provengono nemmeno dai nostri territori.
Non possiamo che chiedere e pretendere nuovamente da questo governo e dalla politica locale di fermare quest’opera inutile, come ampiamente dimostrato dall’analisi costi benefici, e di destinare quei miliardi di euro (solo preventivati) alla sanità pubblica e alle imprese locali in ginocchio da questa situazione emergenziale.
Parliamo inoltre di un’opera in fase di cantierizzazione iniziale, le penali per un’interruzione dei lavori sono irrisorie, il territorio non è ancora stato devastato irrimediabilmente.
In questi periodi di pesanti ma necessarie restrizioni continueremo a denunciare quanto sta accendendo, continueremo ad informare la popolazione mettendo in campo nuove modalità di lotta.

È il momento delle responsabilità. Per tutti e tutte indistintamente.
Coordinamento No Tav Brescia-Verona

 

 

Venerdì 21 febbraio 2020

Tav: Fatti e misfatti
I costi enormi di un’opera inutile

Ne parliamo con il Prof. Marco Ponti, docente di economia applicata al Politecnico di Milano, già capogruppo per l’analisi costi benefici del MIT, responsabile di bridges research Onlus.
Interverranno anche i testimoni dei territori colpiti dal progetto Tav.

Kollettivo studentesco De-Testateci

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Giovedì 23 aprile 2020

Riflessioni sulla didattica a distanza ai tempi del Coronavirus.

Siamo un collettivo che si è formato per fronteggiare la mozione discussa in consiglio nei mesi antecedenti alla crisi epidemiologica, che aveva lo scopo di introdurre nuove norme di sicurezza contro l’uso delle sostanze nei giovani, criticato fortemente da varie realtà cittadine.
In questo momento storico particolare, vogliamo rendere note le vere motivazioni che ci hanno spinto a dar vita a questo collettivo, che nasce dal bisogno di dare voce alle problematiche sociali ed istituzionali che influenzano le nostre vite.
Visto il condizionamento che questa pandemia sta avendo sul sistema scolastico, volevamo portare alla luce alcune riflessioni studentesche, consapevoli del fatto che ogni risorsa a nostra disposizione sia sfruttata per mantenere la figura dell’istruzione scolastica, nonostante le limitazioni per le misure di sicurezza .
Tra le maggiori problematiche della didattica a distanza è il fatto che non siano accessibili a tutti i portali online o per complicanze di scarsa connessione, scarsa qualità degli strumenti o proprio per il fatto di non possedere materialmente quest’ultimi. Alcune scuole hanno avuto la possibilità di fornire computer agli studenti, ma siamo ben consapevoli del fatto che questa realtà non sia presente in tutto il paese (a mala pena abbiamo lavagne nuove, figuriamoci un computer a casa!). Sussiste in ogni caso il problema della connessione a internet, senza la quale non si ha accesso a nulla che abbia a che fare con la didattica a distanza; tenendo a mente che questo non influenza solamente chi non ha alcun accesso ad internet, ma anche a chi si trova costretto a condividere la connessione con più persone limitandone il funzionamento. Abbiamo tutti conoscenti che si trovano in situazioni familiari particolari, che non sempre permettono un luogo fisico che consenta la tranquillità e la concentrazione necessaria per seguire le lezioni o per lo studio individuale e si trovano a dover gestire le proprie responsabilità familiari con quelle scolastiche, il che non vale solo per gli studenti, ma anche per i professori che spesso sono anche genitori. L’impatto psicologico che questa quarantena sta avendo, sia per le situazioni appena descritte, che per altre più o meno estreme (è noto l’aumento radicale di casi di violenze e abusi domestici dall’ inizio del confinamento domiciliare, per non parlare di chi si è trovato a doversi assumere ulteriori responsabilità lavorative), spesso viene trascurato, a malapena discusso o tenuto in considerazione da parte dei professori, i quali ricevono probabilmente pressione da parte dei dirigenti e dal sistema scolastico, con il dovere di procedere regolarmente con il programma e inserire valutazioni per dimostrare la continuità dell’anno scolastico (valutazioni spesso non accuratamente rappresentative dello sforzo degli studenti).
Inoltre, in particolare nelle realtà scolastiche, in cui gran parte del programma si basa su laboratori pratici e tecnici, è sorto il problema della mancanza di materiale. C’è chi non lo può reperire per motivazioni economiche, per l’aumento dei prezzi dei beni non di prima necessità, e chi non vuole contribuire alle pericolose condizioni attuali dei lavoratori, motivazione che spesso vengono screditate.
Purtroppo, abbiamo spesso visto cadere in secondo piano l’effettiva difficoltà nel seguire le lezioni attraverso uno schermo, dovuta sia al funzionamento delle applicazioni e all’adattamento improvviso a questi strumenti, alla mancanza di dialogo, interventi e dibatti, che dovrebbero essere caratteristiche fondamentali per la nostra istruzione, e per i rapporti che si creano in aula.
Consapevoli che queste problematiche non sono risolvibili a causa delle limitazioni imposte da questa situazione eccezionale, troviamo comunque indispensabile che vengano prese in considerazione per la durata della modalità di didattica a distanza, soprattutto perché in questo momento deve diventare una priorità la costruzione di rapporti umani, anche tra studenti e professori, finalizzati ad una solidarietà reciproca, necessaria per la sopravvivenza a questo disfacimento globale.

 

Mercoledì 5 febbraio 2020

comuunicato stampa Una presa di posizione del neonato Kollettivo studentesco contro la vulgata repressiva che si abbatte sulle scuole di Verona e provincia, dove l’amministrazione scaligera, dopo aver aderito al Protocollo “Scuole sicure” ed aver introdotto negli istituti perquisizioni anche con l’ausilio di unità cinofile, si appresta a sottoporre gli studenti e le studentesse della scuola media inferiore e superiore ai test antidroga.

Per ulteriori approfondimenti su questo argomento collegati all’archivio 

La crociata repressiva contro le droghe nelle scuole veronesi.