Riflessioni sul 25 Aprile ai tempi del Covid19

LogoIl 18 Aprile in diretta da Palazzo Barbieri, il sindaco di Verona, Federico Sboarina, dichiara che nel rispetto delle disposizioni ministeriali, si terrà una cerimonia di deposizione delle corone con la sola presenza del sindaco, del prefetto e dell’indesiderato rappresentante delle associazioni dei partigiani. Sarà purtroppo il leader di una giunta contigua all’estrema destra, ormai ben noto per la sua affinità all’ideologia fascista e per aver espresso la volontà di revocare la sede dell’ANPI Verona, a deporre la corona ai piedi del Monumento ai Caduti per la Libertà in Piazza Brà. Un’attacco al 25 Aprile, locale ma non isolato: a Montecitorio, Fratelli d’Italia e Lega, rifiutano di partecipare al momento celebrativo della Liberazione. Sono ormai numerosi i rappresentanti politici, del cosiddetto “centro destra”, che impunemente esibiscono le loro simpatie verso il Ventennio e che, con la complicità del padronato reazionario italiano, attaccano le personalità antifasciste: la rimozione di Carlo Verdelli (attualmente sotto scorta per le minacce ricevute da esponenti di estrema destra) dalla direzione di Repubblica, alla vigilia del 25 Aprile, è il caso più recente. Il risultato è che il fascismo da strada si sente protetto: il 25 Aprile 2020 ignoti issano una bandiera della Repubblica Sociale Italiana a Verona, zona stadio, Piazzale Olimpia.

Sappiamo qual è l’intento dei nostalgici del Fascismo che agiscono cripticamente, nascondendosi dietro i volti di associazioni “presentabili”. Sono un esempio Battiti e Nomos a Verona, e ancora la Onlus milanese Bran.co, attraverso la quale Lealtà e Azione ha raccolto fondi per presunte attività benefiche. I fascisti, attraverso le “tempeste di merda” (termine coniato da Angela Nagle nella sua analisi dell’alt right statunitense) agiscono obliquamente per centrifugare i significati condensati intorno alla Festa della Liberazione e fondativi della Repubblica Italiana. Ma per quanto le strategie politiche di questi personaggi abbiano come riferimento i maestri della propaganda nazista come Goebbels, la consolazione è che i suddetti hanno ancora molta strada da fare. I tentativi di emulazione si traducono in magre e idiote uscite come quelle di La Russa che dichiara: «Il 25 Aprile diventi il giorno del ricordo delle vittime di tutte le guerre del Coronavirus».

D’altro canto i rischi dell’avanzata delle destre illiberali direttamente ispirate al Fascismo esistono e il caso Orban in Ungheria lo dimostra. Pertanto invitiamo a porre in secondo piano l’iniqua attitudine che accomuna le personalità guida delle forze reazionarie e ad insistere sull’analisi dei processi che rendono possibile tale avanzata.

Se specifiche condizioni materiali (che qui non consideriamo) hanno reso possibile l’avanzata del fascismo, è stata la potenza della propaganda e la inettitudine delle opposizioni a consentirne la presa di potere. Tutti noi abbiamo visto come su Telegram, molto velocemente, si sono organizzate migliaia di persone in gruppi suddivisi per provincia con l’intento di scendere in piazza il 25 Aprile, ma con retoriche e modalità tutt’altro che condivisibili. Questo blocco populista, potenzialmente reazionario, se ieri è stato cavalcato dal Movimento 5 Stelle, domani può essere cavalcato da altri. Forza Nuova ha immediatamente tentato di infiltrarvisi, sempre che non siano tra gli organizzatori. Per quanto questo movimento possa apparire spontaneo, è evidente la presenza di una regia. Occorre interrogarsi sull’origine di queste potenti campagne di disinformazione, anche alla luce del fatto che spesso queste sono indirizzate a favorire leader reazionari. Il boom di voti per il Movimento 5 Stelle e Lega in Italia e per Trump negli USA sono un esempio.

Ma una cosa questi gruppi Telegram possono dirci: le relazioni virtuali, sebbene tutt’altro che effimere e smaterializzate, non possono sostituire la voglia dei corpi di incontrarsi. La politica è ancora fatta di corpi, corpi che nelle strade e nelle piazze possono incidere profondamente e che vengono con sempre più forza invisibilizzati dai media e respinti fuori dallo spazio pubblico. È da questa voglia di uscire di casa e di incontrarci che potremmo trarre le potenti energie per organizzare le prossime mobilitazioni, che saranno forse bloccate con presunte motivazioni sanitarie, questo dovremmo tenerlo in considerazione.

Siamo coscienti che l’amministrazione fascistoide cittadina voglia esattamente che celebriamo il 25 Aprile in casa e virtualmente, tuttavia abbiamo deciso che non fosse questo il momento opportuno per disobbedire alle ordinanze. Per questo abbiamo aderito all’iniziativa social del Circolo Pink di Verona e individualmente ricorderemo i partigiani nei luoghi simbolo della resistenza della nostra città.

Se ora siamo ancora nella fase #iorestoacasa presto sarà urgente riorganizzarsi per riprendere le mobilitazioni e invadere lo spazio pubblico negato, per riaffermare i valori della resistenza partigiana, della partecipazione, della solidarietà, della libertà e dell’uguaglianza che hanno attraversato e continueranno ad attraversare tutte le nostre lotte.

LA LOTTA PER LA LIBERAZIONE NON SI FERMA.

PARTIGIANI IERI, ANTIFASCISTI OGGI.

BUON FESTA DELLA LIBERAZIONE DAL NAZIFASCISMO