Venerdì 17 gennaio 2020
Nei giorni scorsi i giornali e le testate online hanno riportato la notizia secondo la quale un agricoltore di 42 anni, Mattia Nicola Cazzanelli, di 42 anni, è stato processato per direttissima per possesso di armi non regolarmente registrate.
Nella sua casa di Lavagno, dove risiede con la madre, è stato infatti ritrovato un vero e proprio arsenale. Oltre alle armi regolarmente detenute ne sono state ritrovate molte altre che l’agricoltore aveva omesso di denunciare. La lista di queste ultime, che vi proponiamo di seguito, fa rabbrividire!
- 12 chilogrammi di polvere da sparo
- decine di detonatori a miccia corta
- diverse matasse di miccia
- centinaia di armi bianche (coltelli, pugnali, baionette)
- un revolver artigianale calibro 320 con relative cartucce
- una pistola lanciarazzi con relativi razzi
- centinaia di cartucce per pistole di diversi calibri.
L’elenco dettagliato appare su molti dei media locali e quindi, fino a qui, la notizia è stata data correttamente.
Non si trova però traccia delle uniformi naziste, (le stesse che indossavano alcuni corpi delle SS), e nemmeno delle bandiere del Terzo Reich, (una delle quali posta in bella mostra a sventolare nella parte posteriore del giardino di casa), rinvenute durante la stessa perquisizione.
Solo la testata online nextquotidiano.it e il Corriere di Verona riportano la notizia in modo completo. mantre Il TgR Veneto, il Dayly/Verona Network Group, L’Arena e il Veronasera si limitano a dare notizia solamente del rinvenimento del materiale esplodente illegale, quasi sposando la tesi difensiva. L’imputato, infatti, ha negato qualsivoglia matrice politica e ideologica ffermando di essere un comune collezzionista che ha commesso un errore a non denunciare tutto il materiale di cui era in possesso.
La scelta di non dare conto di tutta la vicenda è quantomeno singolare, per non dire censoria, soprattutto se prendiamo in considerazione il fatto che recentemente, proprio nelle vicinanze di Lavagno, e precisamente a Caldiero, nell’ambito dell’operazione denominata “Ombre nere”, gli inquirenti hanno arrestato una donna di 55 anni in possesso di materiale informativo e propagandistico di stampo nazista, oltre al programma di 23 pagine del Partito nazionalsocialista italiano dei lavoratori del quale faceva parte. Inoltre, udite udite, anche nella sua abitazione, oltre alla bandiera di Forza Nuova, (formazione nazifascista nella quale la donna militava) sono state anche rinvenute altre due bandiere, la prima con la croce celtica e la seconda riconducibile proprio al Terzo Reich!
Non stà certo a noi emettere sentenze, ma possiamo però ipotizzare che il 42enne e la 55enne perlomeno si conoscessero, assodato che almeno l’interesse per le bandiere naziste pare accomunarli.
Chissà, magari erano presenti entrambi alla manifestazione indetta dal Comitato Verona ai Veronesi, che a Caldiero ha inscenato, tempo fa, una manifestazione, (davvero poco partecipata per la verità) contro l’accoglienza ai migranti. Il Comitato suddetto, che si definisce apartitico, pare sia in realtà proprio emanazione di Forza Nuova e del Veneto Front Skinheads e, recentemente, in relazione ai fatti avvenuti nel 2017 a Roncolevà, ha visto una ventina dei suoi militanti indagati per istigazione all’odio razziale.
Se partendo dalle bandiere naziste è possibile quindi ipotizzare alcuni intrecci, ripensando alle uniformi non possiamo dimenticare che un veronese è stato indagato per aver partecipato ad una “rievocazione storica” in salsa nazista sulle colline bolognesi avvenuta il 27 gennaio 2018, proprio nella data dedicata al ricordo delle vittime dei campi di sterminio nazisti. I cinque dementi erano vestiti proprio con uniformi naziste delle SS, complete di gradi e labari, e alcuni di loro erano politicamente vicini proprio a Forza Nuova.
Un intrico di bandiere, uniformi e vessilli che avrebbe dovuto quindi catturare l’attenzione dei giornalisti nostrani, consentendo loro di ripercorrere vicende che potrebbero essere correlate. Invece niente di niente, né correlazioni ma nemmeno la completezza della notizia, quasi che a Verona preoccuparsi di un’innegabile riemergere di sentimenti nostalgici rispetto al fascismo e al nazismo sia ancora un tabù, una cosa da nascondere sotto il tappeto.
Tacere, o ridimensionare questo allarme, non aiuta certo a prenderne le distanze e avvantaggia, a nostro avviso, proprio gli attori che, in alcuni casi, si celano dietro le quinte, proprio come Forza Nuova che, nonostante le evidenze, prova a distanziarsi dai suoi militanti indagati per la costituzione del Partito nazionalsocialista italiano dei lavoratori, oppure come Fortezza Europa, l’assocaizione culturale nata da una scissione interna a Forza Nuova, del quale è sodale anche il consigliere comunale Andrea Bacciga, (ex forzanovista) ed il cui presidente, Emanuele Tesauro, minacciò, a suo tempo, querele contro chiunque si fosse permesso di definire Fortezza Europa come associazione di stampo neofascista, dimenticando il tatuaggio che porta sul suo stesso avambraccio destro, quell’inequivocabile R.S.I. che esibisce durante i concerti degli Hobbit, un gruppo musicale legato al circuito dell’estrema destra e del quale lui è il front-man.