SUCCEDEVA UN ANNO FA – Il corteo di Verona città transfemminista in opposizione al Congresso mondiale delle famiglie

30.3.2020    percorsi di memoria

 

 

Il gigantesco corteo della Verona Città Transfemminista, promosso dal gruppo femminista Non una di meno, attraversa la città, contrapponendosi al Convegno mondiale delle famiglie, che unisce elementi dell’estrema destra, integralisti cattolici, ma anche ministri e figure istituzionali della destra istituzionale nazionale e internazionale. Tra gli altri numerosi esponenti veronesi, tra i quali, oltre al ministro della famiglia Lorenzo Fontana, anche il sindaco di Verona Federico Sboarina. Mentre le sale del prestigioso monumento cittadino della Gran Guardia ospitano rigurgiti omofobi e sessisti in salsa medievale, all’esterno circa 150mila persona rivendicano l’autodeterminazione sessuale e denunciano la violenza sessista. Un ricordo che oggi, con le strade completamente vuote a causa dell’emergenza sanitaria dovuta al contagio da Coronavirus, evidenzia un contrasto surreale. Doveroso denunciare che in questi giorni drammatici, le violenze contro le donne sono aumentate notevolmente proprio all’interno delle famiglie chiuse nelle loro case.

Rispolveriamo due video. Il primo è un servizio della trasmissione di La7 “Piazza pulita” intitolato “Dio, patria e famiglia”, che fa chiarezza sulla caratura intellettuale dei partecipanti al Congresso mondiale delle famiglie, raccontando inoltre il retroterra della destra e dell’estrema destra cittadina e i loro collegamenti, senza peraltro tralasciare la voce di chi, in quei giorni, si è opposto con forza ad una visione del mondo traboccante odio e bigottismo.

Il secondo, invece, (molto lungo) ripropone integralmente il corso del corteo che ha attraversato la città il 30 marzo 2019.

Due documenti, quelli che vi proponiamo oggi, che riteniamo importanti per non farci sfuggire, in questi giorni, alcune delle tematiche importanti che non saranno certo scomparse quando l’emergenza sarà finita.

Giorno del Ricordo: il revisionismo storico fascista entra in università.

2013: aggressione fascista in l’università

È il 12 febbraio 2013 e in occasione del Giorno del Ricordo, i collettivi studenteschi Studiare con Lentezza e Pagina 13 organizzano un incontro dal titolo “Foibe: tra mito e realtà”, invitando la storica Alessandra Kersevan. Lo svolgimento della conferenza è previsto nell’aula Spazio Zero, aula autogestita dagli studenti e concessa, previa autorizzazione, dal Professor Romagnani, Direttore del Dipartimento Tesis. Tuttavia alcuni giorni prima la stampa locale (L’Arena e Corriere del Veneto), fomentata da un comunicato ufficiale di CasaPound Verona, accusa faziosamente la storica slovena di revisionismo e addirittura di negazionismo, sovvertendo dunque gli interessi scientifici che hanno mosso l’organizzazione di un incontro all’insegna del dibattito storico e, elemento da non trascurare, basato su fonti. Seguono a ruota gli assensi da parte di Forza Nuova, del comitato Venezia Giulia Dalmazia di Verona, dell’allora Sindaco Flavio Tosi e dell’allora presidente del Consiglio degli studenti e rappresentante di Azione Universitaria Omar Rahman. Dinnanzi a queste sterili e infondate polemiche il Magnifico Rettore si sente costretto a revocare la concessione dell’aula mediante un’e-mail in cui giustifica l’atto repressivo scrivendo che “C’è un tempo per la pietà e un tempo per la scienza”. (L’aula in questione, la Spazio Zero, verrà poi sgomberata come punizione per aver trasgredito all’ordine del Magnifico Rettore, così negando agli studenti un altro spazio di socialità, cultura e autogestione). Si conferma così la facilità con cui i gruppi veronesi di estrema destra riescano ad esercitare pressioni politiche sulle istituzioni accademiche. Nonostante la negazione degli spazi, i collettivi studenteschi e la ricercatrice decidono ugualmente di dare luogo alla conferenza nell’unica aula rimasta aperta, l’aula T4, e nella semioscurità dato che il Responsabile Amministrativo dell’Università, Antonio Salvini, aveva tempestivamente staccato la corrente dell’intero piano dell’edificio.

Dopo appena quaranta minuti dall’inizio dell’incontro si consuma l’aggressione squadrista ai danni dei partecipanti all’evento: i gruppi di Casapound e Forza Nuova si sono compattati e sono entrati in università muniti di caschi, bastoni, fumogeni e spray al peperoncino e urlando frasi come “Merde”, “Tito boia”, “Ve copemo tutti”; nel frattempo nel chiostro dell’Università gli stessi gruppi avevano organizzato un presidio, improvvisando una mostra fotografica sulle Foibe e distribuendo volantini in cui si citava la morte di 200.000 persone e l’esilio di altrettante 350.000. La polizia, esterna alla struttura, sarebbe poi intervenuta dopo aver ricevuto l’autorizzazione del Rettore.


2015: i fascisti in università. Chi sono gli Studenti Universitari Veronesi”.

S.U.V. è “un gruppo studentesco apartitico composto da studenti e studentesse iscritti all’Università degli Studi di Verona” . Questa è la descrizione presente sulla pagina Facebook del collettivo stesso. Il gruppo è stato fondato da Leonardo Frigo verso la fine dell’anno 2014; si sono aggiunte poi altre personalità quali Lorenzo Capuzzo, attuale presidente, Edoardo Graffigna, candidato alle elezioni dei rappresentanti del CNSU che hanno avuto luogo il 14 e il 15 maggio 2019, Sirio Bedoni, Nicola Zanotto, giornalista di Verona News e Nicolò Sesso , che attualmente ricopre la carica di consigliere comunale per la lista Battiti, particolarmente vicino a Daniele Polato, assessore alla sicurezza veronese , da poco passato da Forza Italia a Fratelli d’Italia e dichiarato colpevole, con pena di un anno, per aver sottoscritto firme false raccolte da altri per far correre alle regionali del 2015 la lista di Forza Nuova (che poi non é riuscita ugualmente a presentarsi).
SUV è attivo all’interno degli organi collegiali dell’Ateneo veronese dal 2016, anno in cui si candida per la prima volta alle elezioni universitarie arrivando ad essere la seconda lista più votata. Si è distinto per iniziative quali il corso di autodifesa femminile e il corso BLSD (IRC) in collaborazione con gli istruttori di Croce Verde Verona. Ha inoltre avviato una collaborazione con la CISL .

I membri del gruppo universitario si definiscono apartitici, tuttavia in più post pubblicati sulla loro pagina Facebook, si mostrano solidali ad Azione Universitaria, associazione studentesca che dal 2014 si appoggia al partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia. Una simpatia non del tutto casuale, dato che durante l’inaugurazione della nuova sede di SUV in vicolo Campofiore 4 presenzia ed esprime la sua vicinanza, in qualità di portavoce del Comune, Ciro Maschio, deputato di Fratelli d’Italia e attuale presidente del Consiglio Comunale, nonché ex Componente esecutivo di Azione giovani, movimento giovanile di Alleanza Nazionale. La nuova sede, inaugurata il 10 gennaio 2020 (si veda il servizio confezionato da Verona News), è stata concessa dal Comune, con l’approvazione dell’assessora Edi Maria Neri, confermando la sintonia tra l’estrema destra e il collettivo studentesco. Da considerare inoltre l’intesa tra il collettivo universitario e l’ala giovanile di Fratelli d’Italia, Gioventù Nazionale, con cui SUV avrebbe intrapreso diverse iniziative.


Anno 2017: il revisionismo storico fascista entra in università.

In data 10 febbraio si tiene per la prima volta in università un evento organizzato da Blocco Studentesco: “Foibe: unica colpa essere italiani“. Ciò è possibile grazie all’appoggio di SUV che, in quanto associazione studentesca, può chiedere l’utilizzo di un locale universitario: viene concessa la Sala Riunioni per le Associazioni Studentesche di via Campofiore 17.

Durante la conferenza è presente Anna Rismondo, una testimone dell’esodo giuliano dalmata (al tempo responsabile comitato di Verona A.N.V.G.D. per i rapporti con gli istituti scolastici), e l’avvocato Paolo Sardos Albertini (presidente di Lega Nazionale). Entrambi sostengono la tesi della “pulizia etnica” che doveva annientare la presenza italiana in Istria e Dalmazia.

Presenza di storici: nessuna.


Anno 2018: la bandiera di Blocco Studentesco esposta in un locale universitario.

L’anno seguente si replica lo stesso schema del 2017: i fascisti di Blocco Studentesco, in quanto associazione non facente parte dell’ateneo veronese, non possono chiedere l’uso degli spazi universitari. Dunque interviene SUV e il rappresentante Leonardo Frigo che prenota l’aula, in via Campofiore 17, a proprio nome. Matteo De Fusto, rappresentante del consiglio degli studenti e responsabile per il veronese del’associazione fascista Casa Pound/Blocco Studentesco, è il personaggio ponte tra questi due gruppi. Durante l’incontro, ufficialmente organizzato da SUV e Gioventù Nazionale (la sezione giovanile di Fratelli d’Italia), avviene un fatto tanto eclatante, quanto controproducente: viene esposta una bandiera di Blocco Studentesco dentro il locale universitario. Inoltre è da notare la presenza di Massimo Mariotti, il re delle municipalizzate, che più volte ha permesso che eventi di estrema destra venissero finanziati con soldi pubblici.

Presenza di storici: nessuna.


Anno 2019: il sindaco Sboarina appoggia SUV/Blocco e censura la ricerca storica.

Con il patrocinio della Regione Veneto, del Comune di Verona e del Consiglio degli Studenti dell’Università degli Studi di Verona, SUV organizza un incontro presso l’aula 2.5 del Polo Zanotto intitolato “Colpevoli di essere italiani. La verità infoibata“. Anche quest anno sono invitati Anna Rismondo (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia), Gian Paolo Sardos Albertini (delegato Lega Nazionale e presidente onorario ADES): modera il “fascista del terzo millennio” Matteo De Fusto.

Presenza di storici: nessuna.

(Da notare come un post Facebook di SUV millanti la presenza di “personalità accademiche di grande rilievo”, tuttavia dobbiamo ancora capire di chi stessero parlando).

Gli stessi giorni il sindaco di Verona Federico Sboarina attacca l’ANPI, minacciando di revocare la concessione della sede in quanto colpevole di aver organizzato una conferenza considerata “negazionista” e “riduzionista”. Tale incontro, che si è comunque tenuto nonostante le pressioni, prevedeva la presenza del ricercatore Federico Tenca Montini, autore di Fenomenologia di un martirologio mediatico. Le foibe nella rappresentazione pubblica dagli anni Novanta ad oggi (Edizioni Kappa Wu, 2014) considerata “riduzionista” e “negazionista”.

Lo stesso trattamento è riservato a Rinfondazione Comunista, PCI e Potere al Popolo. Dopo i fatti del 2013, la Kersevan torna a Verona subendo ancora una volta la censura delle istituzioni cittadine: viene revocata la concessione della sala civica “Tommasoli” per firma dell’assessore Marco Padovani, il quale giustifica l’atto con una “motivazione tecnica”. L’incontro è stato poi spostato in sede privata.

Ciò conferma il procedere in modo corale dell’estrema destra veronese: in continuità con la giunta Tosi, anche Sboarina promuove gli eventi revisionisti delle destre più illiberali e fascistoidi, ostacola la libera ricerca storica e appoggia le frange più estremiste come Forza Nuova e Casa Pound.

Anno 2020: [In aggiornamento]

 

Kofi Boateng: la guerra contro i poveri fa un altra vittima.

Kofi Boateng era un senzatetto ghanese di 39 anni, che spesso dormiva in prossimità dei giardini davanti all’entrata della stazione di Verona Porta Vescovo. Kofi è stato trovato morto in data 28 Dicembre, verso le ore 20.30, in seguito ad un malore causato dalle condizioni di vita stremanti, dovute in particolare alla stagione fredda. Riportiamo che la panchina sulla quale talvolta dormiva è stata bruciata il giorno dopo: un gesto d’odio di matrice ignota.

Alberto Sperotto segnala che si tratta del quinto senzatetto deceduto dal 2018 a Verona. Data la situazione drammatica, vogliamo innanzitutto ringraziare la Ronda della Carità, i dormitori e tutte le strutture e gli addetti che ogni giorno, nonostante scarsissimi fondi e personale, si occupano di fornire sostegno e conforto alle persone che vivono un profondo stato di emarginazione sociale, costrette a vivere per strada e dunque costantemente esposte a rischi per quanto riguarda la salute psico-fisica e l’incolumità personale.

Sebbene siano morte cinque persone nell’arco di un anno in analoghe circostanze, pare che l’amministrazione cittadina non si preoccupi affatto di quelli che vengono considerati  “cittadini di serie B”. Abbiamo letto svariati commenti sui social: “Kofi poteva starsene a casa sua”, “Kofi poteva andare in un dormitorio”, “Kofi è colpevole della sua miseria”, tutti commenti che attingono ad un frame di destra reazionaria e liberista, intrisa di odio classista verso i poveri. Pare che i leitmotiv fascistoidi dei fantomatici 35 euro al giorno e degli “italiani che mantengono gli immigrati” non siano comparsi; probabilmente la squallida propaganda reazionaria si disinnesca immediatamente di fronte alla cruda realtà.

A questa cultura classista e razzista vogliamo rispondere lanciando un’accusa: le amministrazioni cittadine che si sono susseguite negli anni alla guida della nostra città sono politicamente responsabili per le azioni contro il cosidetto “degrado”, alimentando la paura e il sospetto nei confronti dei più deboli, contribuendo fortemente ad emarginarli e renderli più soli e fragili. Condividiamo l’idea dello striscione apparso, nonostante questo abbia sollevato qualche critica, durante la fiaccolata del 4 Gennaio.

La politica veronese che da una parte taglia pesantemente il welfare e la sicurezza sociale e dall’altra, contemporaneamente, promuove esclusivamente la sicurezza del manganello (come ad esempio il Progetto “Quartieri sicuri”), accompagnata da panchine anti-bivacco e numerose altre tecniche della cosiddetta “architettura ostile”, a nostro avviso è direttamente responsabile. Invitiamo chiunque a digitare su un qualsiasi motore di ricerca le parole “architettura ostile” per apprendere la natura e la composizione delle armi utilizzate dall’amministrazione contro i poveri, vittime dei processi di gentrificazione delle città. Vogliamo qui ricordare anche il caso degli agenti della municipale che sono stati ripresi, sempre a Verona, nel momenti in cui svegliavano a calci dei senzatetto. Ci domandiamo quante volte stato riservato a Kofi il medesimo trattamento e se questo possa averlo spinto a cercare rifugio, anziché nel più sicuro centro storico, nel viale che porta ad una piccola stazione secondaria nel totale isolamento.

Chiediamo quindi, accodandoci alla richiesta avanzata dalla Ronda della Carità, che sia approvata una moratoria per evitare gli allontanamenti da rifugi e luoghi pubblici durante i mesi freddi, in modo tale da garantire un riparo a chi non può avere accesso ai dormitori. Tale disposizione, benché minimamente sufficiente, potrebbe evitare ulteriori decessi causa freddo.

In un orizzonte più ampio occorre prendere coscienza dei processi di gentrificazione, cosa sono e che ripercussioni hanno verso le fasce più povere della popolazione per ridiscutere le implicazioni politiche che si annidano dietro la presunta neutralità delle tecniche di amministrazione.

Anche da questo punto di vista Verona è all’avanguardia, e riteniamo che, ad esempio, l’allontanamento dal centro storico dei senzatetto, (ottenuto con tanto di ordinanza comunale) sia strettamente correlato alla volontà di creare nel cuore di Verona un quartiere vetrina, un Bengodi per i turisti più facoltosi ma spogliato delle sue radici umane e storiche.

Il Piano Folin, presentato dalla Fondazione Cariverona pare rappresentare al meglio tutto questo. Esso prevede infatti il cambio di destinazione d’uso di migliaia e migliaia di metri quadri dei palazzi storici del centro storico di Verona, gli stessi svenduti a suo tempo dall’amministrazione guidata dall’ex sindaco Flavio Tosi.

Il progetto prevede quindi la trasformazione in aree commerciali di alcuni degli edifici che raccontano la storia e la cultura di Verona, arrivando additittura a prevedere hotel di lusso e la creazione di una seconda via dello shopping da affiancare a via Mazzini e nella quale dovrebbero aprire i negozi del lusso.

Le città sono di chi le vive.

RASSEGNE STAMPA, COMUNICATI E MATERIALI DI APPROFONDIMENTO

Fammi spazio! [Sabato 7 Dicembre, ore 14.30, Veronetta]

Logo infospazio Ci troviamo Sabato 7 dicembre dalle 14.30, in piazza XVI Ottobre (Piazza Santa Toscana) per una giornata di socialità e approfondimento d’inchiesta.

Sarà presente un gazebo con materiali stampati sulla forma “inchiesta informativa”: verrà distribuita la “cronologia dell’odio“, che parte dal 91 per arrivare ad oggi ma non solo…

C’è tutta una parte di Veronetta, di artisti, di individualità underground e di componente migrante, prima tra le vittime della gentrificazione, accompagnata sempre da discriminazioni di stampo neofascista e da controlli di polizia.

Ricordando i primi anni di Piazza Dante, vogliamo creare una piazza di socialità attraverso la musica e l’arte e, credendo che la cultura hiphop abbia un forte significato sociale, la piazza sarà adibita a hip hop jam.

Per ricreare l’atmosfera dei primi Block Party, saranno messi a disposizione microfoni e impianto, per chiunque voglia esprimersi attraverso la musica o il ballo.

Fatti spazio!
Con freestyle, o pezzi editi improvvisando live e battaglie di rap nella piu totale libertà.

Fatti spazio!
Suona! Porta i tuoi bongos o qualsiasi altro strumento possa esaltare i colori di Veronetta.

Con il supporto di TJ Scratchavite

Il tutto sarà accompagnato da vin Brule’, “ovviamente caldo” e da birrette.

Vorremo allargare l’iniziativa a tuttx per arricchire questa giornata.

Ordine Nuovo

 

24 maggio 1989

Curzio Vivarelli, veronese, viene arrestato nell’ambito dell’inchiesta bolognese sulle “Ronde pirogene antidemocratiche”. Nei mesi precedenti numerose utilitarie nella città più rossa d’Italia sono state incendiate, con l’obiettivo di distruggere le macchine dei proletari. La banda era capeggiata, secondo gli inquirenti, proprio da Vivarelli, che, secondo gli investigatori, è persona conosciuta per essere stata vicina ad Ordine Nuovo. Gli inquirenti ritengono che dietro gli incendi vi sia in realtà un progetto eversivo di matrice neofascista.

 

28 agosto 1970

Un sottoufficiale della Polfer è insospettito da una valigia abbandonata in sala passeggeri, dalla quale proviene un sinistro ticchettio. La porta in un luogo isolato e scopre che, effettivamente, all’interno della valigia è nascosta una bomba ad orologeria, che scoppierà dopo un’ora. Dieci anni prima della strage di Bologna, la stessa carneficina stava per accadere a Verona. Non vi sono riscontri rispetto alle indagini, ma le modalità e i tempi fanno pensare al movimento neofascista e terrorrista di Ordine Nuovo, la cui cellula veronese sarà implicata nelle stragi di Piazza Fontana e di Piazza della Loggia.

1970 – I tempi dell’odio

28 agosto 1970

Un sottoufficiale della Polfer è insospettito da una valigia abbandonata in sala passeggeri, dalla quale proviene un sinistro ticchettio. La porta in un luogo isolato e scopre che, effettivamente, all’interno della valigia è nascosta una bomba ad orologeria, che scoppierà dopo un’ora. Dieci anni prima della strage di Bologna, la stessa carneficina stava per accadere a Verona. Non vi sono riscontri rispetto alle indagini, ma le modalità e i tempi fanno pensare al movimento neofascista e terrorrista di Ordine Nuovo, la cui cellula veronese sarà implicata nelle stragi di Piazza Fontana e di Piazza della Loggia.

Cultura, Spettacolo, Scuola

 

7 luglio 2020

DOCUMENTI Il Manuale operativo per la ripartenza della scuola redatto dalla Regione Veneto

 

29 maggio 2020

La manifestazione delle lavoratrici e del lavoratori di Fondazione Arena

 

22 maggio 2020

Il presidio dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo e della cultura sotto la sede dell’Inps, per chiedere reddito

Enrico Corsi

10 luglio 2009

Flavio Tosi, assieme alla sorella Barbara, (consigliere comunale), all’assessore comunale Enrico Corsi, il vicepresidente della Provincia Luca Coletto, e Maurizio Filippi, tutti del gruppo Lega Nord, sono stati condannati in Cassazione a due mesi di reclusione per istigazione all’odio razziale, in riferimento accaduti nel 2001 durante una vera e propria campagna contro i sinti veronesi.

Massimo Mariotti

2 giugno 2020

Massimo Mariotti pubblica un post sulla sua pagina facebook Vota Mariotti, e nella dicitura dell’immagine compare la scritta “L’unica Repubblica è quella Sociale”. Un riferimento inequivocabile alla Repubblica di Salò, che gli costerà un esposto in Procura firmato dall’Associazione ex Deportati nei campi di sterminio (Aned), Rifondazione Comunista Verona e l’Associazione Infospazio161, della quale il Centro di Documentazione intitolato a Giorgio Bertani è parte integrante.